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Fatti economici della settimana: Ucraina, Bce, Borse spaventate

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Mar 11, 2022, 10:06 UTC

I fatti economici della settimana. Dal proseguimento della guerra in Ucraina, alle scelte difficili della Bce, alle Borse spaventate e il Nickel bloccato.

Fatti economici della settimana

La prima settimana di marzo si è chiusa con un tonfo delle Borse europee che ha fatto rivivere i momenti bui visti appena a marzo del 2020.

Il -6,2% della Borsa Italiana di venerdì 4 marzo aveva posto le basi per un inizio di settimana drammatico, ma l’annuncio di negoziati in Turchia che vedevano seduti intorno ad un tavolo i ministri degli esteri di Ucraina e Russia, aveva riacceso le speranze di un mercato finanziario che di questa guerra ne avrebbe volentieri fatto a meno.

Berse Europee euforiche, poi tramortite e spaventate

Così le Borse europee sono balzate del +6% e +7% il lunedì recuperando tutta la perdita.

L’euforia è durata un solo giorno, il martedì, dopo le “chiacchiere” di Lavrov e della Russia portate ad Antalya, è risultato chiaro che a Mosca non c’è nessuna volontà di trovare un accordo, ma solo di prendere tempo sul terreno per distribuire meglio l’armata intorno a Kiev prima di raderla al suolo e costringere l’Ucraina a una resa umiliante e carica di crimini di guerra.

Christine Lagarde con le armi spuntate

All’Eurotower non sanno come agire in questa situazione novecentesca. L’economia europea è convalescente dopo la pandemia, provava a recuperare il perduto e si preparava ad attuare il Next Generation Eu per risollevare le economie europee in questo decennio della transizione energetica.

Lagarde ha riferito giovedì che si metterà in atto ogni azione a difesa dell’economia europea, ma ha dovuto ammettere a denti stretti che la crescita dell’Europa rallenterà quest’anno e già le stime sul Pil europeo sono state abbassate, perché “l’invasione russa dell’Ucraina influenzerà negativamente l’economia della zona euro”, ha detto Lagarde durante la conferenza stampa al termine della riunione con il board della Bce.

I tassi di interesse non sono stati toccati e non lo saranno, ma il quantitative easing verrà meno a partire dal terzo trimestre del 2022, probabilmente. Questo significa che oltre a terminare questo mese il PEPP pandemico, entro l’anno terminerà anche il programma pluriennale di riacquisti di titoli pubblici e privati noto come APP.

Fine dello stimolo monetario, perché l’inflazione rischia di raggiungere livelli allarmanti a causa in particolare degli energetici che rischiano aumenti ulteriori: JPMorgan prevede un barile di petrolio a 185 USD se non si risolve la crisi.

Stop alle contrattazioni del Nickel

Forse solo gli interessati lo hanno notato, ma per la prima volta nella storia il London Metal Exchange (LME) è stato costretto a sospendere le contrattazioni del Nickel.

Sospese le contrattazioni long e short dall’8 marzo e fino a quando non si riuscirà a trovare le condizioni per riaprire il mercato. Il mercato del Nickel è rimasto chiuso dall’8 all’11 marzo e non è chiaro se lunedì 14 riaprirà.

Guerra in Ucraina e conseguenze economiche

Lagarde lo ha detto, le conseguenze economiche ci saranno. Si temono anche interruzioni energetiche e per scongiurarle l’Italia, attraverso Terna spa (TRN), ha avviato un programma di verifica delle centrali elettriche a carbone: verranno riattivate se necessario.

La Russia è a rischio default imminente dicono le agenzie di rating. La Banca centrale russa probabilmente non sarà in grado di pagare in euro e dollari le cedole sui titoli di stato in scadenza a marzo e ad aprile.

Gli Stati Uniti vogliono togliere a Mosca anche la possibilità di svendere le riserve auree per ottenere in cambio moneta forte.

Questo significa che la Russia si troverà sempre più nella condizione di dover pagare in rubli i suoi debiti o di non poterli pagare affatto.

La presidente di Banco Santader, Ana Botin, intervistata dall’Economia del Corriere ha affermato che il default della Russia non destabilizzerà i mercati finanziari, ma i commercianti e le imprese sì, però.

Guardiamo all’Italia, una grande fetta di imprese della moda ha avviato negli anni una proficua attività di vendita a clienti facoltosi della Federazione Russa. Quel mercato è chiuso ora.

E non andrà meglio a tutte quelle imprese tecnologiche che rifornivano la Russia di parti di ricambio e altre tecnologie. Qui le sanzioni europee sono chiare, alla Russia non deve più arrivare la nostra tecnologia. E a noi non arriveranno più materie prime essenziali come il nickel.

Attendiamoci, dunque, nuovi licenziamenti e ristrutturazioni aziendali nel corso del 2022.

Transizione energetica: addio

Questa settimana ci lascia con chiarezza un altro grosso rospo da deglutire, la transizione energetica sarà rallentata e di molto. Lo ha detto anche la presidente esecutiva del Banco Santander.

Vladimir Putin il 24 febbraio ha stravolto il corso degli eventi storici.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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