Nel corso della sessione asiatica il dollaro Usa ha recuperato parte delle perdite patite ieri muovendosi in rialzo fino a 93,91. Gli ultimi e poco
Nel corso della sessione asiatica il dollaro Usa ha recuperato parte delle perdite patite ieri muovendosi in rialzo fino a 93,91. Gli ultimi e poco brillanti dati economici statunitensi, assieme a un allentamento della volatilità di mercato grazie alle voci di un possibile accordo sul debito pubblico della Grecia, avevano infatti spinto gli investitori a fare incetta di azioni mentre gli asset reputati più sicuri come JPY e USD finivano per deprezzarsi. Ieri l’indice DX ha perso l’1,1% a seguito del calo degli ordini alle industrie Usa e dei dati sull’andamento della produzione manifatturiera a stelle e strisce di lunedì che hanno raffreddato gli entusiasmi circa la forza della ripresa statunitense.
I mercati statunitensi muovono in rialzo di oltre l’1% trainati dai titoli energetici che sono riusciti a estendere il movimento rialzista iniziato ieri. Il mercato ha inoltre beneficiato di dati sulle vendite di autovetture a gennaio rivelatisi superiori alle attese. Il trend rialzista degli indici energetici ha dato vita a un rally che ha determinato il rialzo dei prezzi del greggio statunitensi. Allineandosi ai mercati Usa, anche quelli europei viaggiano in territorio positivo dal momento che le speranze per un possibile accordo sul debito ellenico hanno ridotto parte dei timori e portato il FTSE a guadagnare oltre l’1%.
I mercati asiatici viaggiano in rialzo dopo che il miglioramento dei sentimenti di mercato aveva calmierato le quotazioni del dollaro Usa e dei titoli sovrani. A gennaio l’indice PMI terziario della Cina curato da Hsbc è caduto al 51,8 dal 53,4 di dicembre.
L’euro ha dovuto cedere parte dei guadagni realizzati durante la sessione del martedì passando a 1,1479 dopo aver toccato un massimo a 1,1532. Stamattina la valuta comune si è deprezzata sino a 1,1468 dopo che ieri aveva mosso in rialzo del +1,2% per via della rinuncia del nuovo governo di Atene a ripudiare il debito contratto con i creditori esteri, mossa che ha contribuito a ridurre i timori di quanti paventavano l’apertura di una nuova fase di instabilità per l’Eurozona. Il governo Tsipras ha rinunciato alla possibilità di chiedere ai propri creditori la svalutazione del proprio debito, proponendo piuttosto un swap sul debito che include due nuovi tipi di bond (uno indicizzato alla crescita economica nominale e l’altro ribattezzato “bond-perpetuo”). Oggi l’euro dovrebbe muovere senza particolari scossoni per via delle aspettative legate a dati economici contrastanti provenienti dalla regione. A ogni modo, qualsiasi ulteriore sviluppo legato alla vicenda greca finirà per determinare la direzione di marcia della valuta comune.
Il dollaro neozelandese si è mosso in rialzo contro le sue principali controparti valutarie grazie a un prezzo dei latticini che al termine dell’ultima asta è riuscito a risollevarsi, al venir meno della propensione degli investitori ad acquistare biglietti verdi e alla decisione del governatore Rbnz Wheeler di mantenere inalterata la stance di politica monetaria dell’istituto piuttosto che procedere a un taglio dei tassi. Il Kiwi è scambiato a 74,70.
Ieri la decisione della Reserve Bank of Australia di sforbiciare il tasso ufficiale di sconto (sceso al 2,25%) aveva determinato il deprezzamento di Aussie e Kiwi. Oggi l’AUD viaggia in rialzo a 0,7815 beneficiando degli aggiustamenti di mercato susseguenti alle oscillazioni di ieri. L’apprezzamento dell’Aussie segue una serie di dati economici Usa rivelatasi piuttosto insoddisfacente e le manovre di riposizionamento degli investitori che ieri erano stati presi alla sprovvista dalla decisione della Rba di portare al 2,25% il tasso d’interesse dal precedente 2,5%. Era dal 2013 che l’istituto australiano non metteva mano ai tassi d’interesse.
Fra i pochi in grado di predire la riduzione dei tassi australiani figura il team di Westpac dedicato all’analisi degli scenari economici e valutari; nel breve periodo, lo stesso team prevede per il dollaro australiano prospettive ribassiste. Imre Speizer, analista di mercato Westpac per la Nuova Zelanda, ha detto: “Nel corso dei prossimi mesi il calo dei tassi d’interesse dell’Australia assieme a quello del prezzo delle materie prime, nonché a un dollaro Usa particolarmente forte, dovrebbero continuare a incidere negativamente sulle quotazioni dell’AUD. Per quanto riguarda quest’ultima, il movimento ribassista potrebbe spingersi sino a quota 0,75. A ogni modo, prima ancora di raggiungerlo, c’è la possibilità di assistere a un rimbalzo correttivo a partire da quota 0,81”.