Questa mattina il mercato aurifero si muove fortemente al rialzo guadagnando 6,10$ ed è negoziato a 1.192,30$. Detto questo ci troviamo ancora al di sotto
Il 2 Gennaio, il Primo Ministro Greco, Antonis Samaras, ha dichiarato che la possibile vittoria della principale opposizione composta dal partito Syriza durante le elezioni previste per il 25 gennaio, potrebbe condurre ad un nuovo default del paese, aprendo le porte all’uscita della Grecia dalla moneta unica, scenario che proietterebbe l’euro in prossimità dei minimi da marzo 2006. A dicembre il mercato aurifero si muove al rialzo per la prima volta in quattro mesi poiché la ripresa economica mondiale, eccezion fatta per gli Stati Uniti, mostra segni di rallentamento, tuttavia, i paesi continuano ad incoraggiare nuove misure di stimolo monetario per supportare l’economia.
Sempre il 2 gennaio, le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, rimangono invariate in prossimità dei minimi postati a settembre 2008. Lunedì il mercato aurifero si muove al ribasso ad inizio sessione ma nel corso della giornata inverte la sua rotta postando un forte rialzo sul retro dei significativi acquisti cinesi, il maggior consumatore mondiale di metallo. Ricordiamo come un dollaro in costante ascesa gravi sui prezzi delle materie prime, rendendo il metallo giallo troppo costoso per gli investitori in altre valute.
Tuttavia, nonostante l’aumento dei prezzi, lunedì la Cina ha supportato il prezioso incrementando i suoi acquisti prima delle vacanze del nuovo anno lunare, festività che ricorre nei primi mesi dell’anno, quindi all’inizio del 2015, quando il metallo giallo viene acquistato e regalato come porta fortuna, pertanto, riteniamo che la domanda cinese rimarrà forte fino al 19-20 febbraio.
Per quanto riguarda gli altri metalli, il rame espande le sue perdite postando un calo di 3 punti per attestarsi su quota 2.812$. Stando ad un sondaggio effettuato da Bloomberg, il metallo rosso è scambiato in prossimità dei minimi degli ultimi 4 anni sul retro delle speculazioni che vedono un possibile un rallentamento della produzione cinese e statunitense, i più grandi consumatori mondiali di rame. Secondo gli ultimi rapporti, l’indice statunitense ISM manifatturiero si attesta in prossimità dei minimi degli ultimi sei mesi mentre l’Indice cinese dei responsabili degli acquisti posta i minimi degli ultimi 18 mesi. I mercati mondiali si muovono al ribasso sul retro delle forti preoccupazioni che vedono la Grecia uscire dall’unione monetaria e di un possibile incremento degli acquisti di titoli di stato da parte della BCE, acquisti volti ad allontanare la deflazione. I trader sostengono che il forte calo della domanda da parte delle industrie ed un generale rallentamento dell’economia mondiale continueranno a gravare sui prezzi del metallo.