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Con Yellen il dollaro torna al centro della scena

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 17, 2014, 18:47 GMT+00:00

Mentre i riflettori sono tutti per il presidente Fed Yellen e il Fomc, i mercati valutari dovrebbero rimanere congelati sino alla conferenza stampa della

Con Yellen il dollaro torna al centro della scena

Mentre i riflettori sono tutti per il presidente Fed Yellen e il Fomc, i mercati valutari dovrebbero rimanere congelati sino alla conferenza stampa della prima, attesa in conclusione di sessione Usa. Ieri il dollaro Usa si è mosso in ribasso dopo che la crisi in Russia ha portato gli investitori a fare incetta di asset sicuri e quindi a domandare yen giapponesi e franchi svizzeri, rinunciando per il momento all’oro e al dollaro. La banconota verde viaggia a 88,12 nel corso della sessione asiatica dopo aver chiuso le transazioni di ieri a 88,06. L’euro è rimbalzato dai minimi a 1,2445 sino ai massimi a 1,2560, per attestarsi a 1,2485 in chiusura di sessione Usa. Il dollaro australiano è precipitato a circa 0,8200 dai massimi a 0,8270 prima di chiudere a 0,8210. Lo yen giapponese si è mosso fra i 115,65 e i 117,65 dollari per chiudere prossimo a 117,25. Stamattina la divisa nipponica è scivolata a 116,61 dal momento che il dollaro è tornato a crescere, recuperando parte delle perdite di ieri.

La pubblicazione odierna dei numeri della bilancia commerciale giapponese non è stata in grado di supportare lo yen. A novembre l’export nipponico ha disatteso le aspettative che puntavano a un boom delle vendite grazie al deprezzamento dello yen, pur riuscendo a crescere per il terzo mese di fila grazie a una domanda globale che sembra essere in via di ripresa. Le esportazioni hanno segnato un +4,9% su base annua, stampandosi al di sotto delle aspettative di un pool di economisti intervistati da Reuters (+7%) e diminuendo rispetto alla lettura di ottobre (+9,6%). Le importazioni si sono contratte del -1,7% contro le previsioni di un rialzo del +1,7% e il +2,7% registrato a ottobre.

E con i trader in attesa dell’esito della riunione Fomc, non c’è altro a scandire il calendario economico. Le autorità monetarie statunitensi potrebbero dire di voler monitorare attentamente la situazione internazionale a fronte del tracollo del rublo che minaccia di destabilizzare altre regioni. Allo stesso tempo, continueranno a valutare con cura il momento di forza dell’economia statunitense e, forse, finiranno per adoperare un nuovo linguaggio in riferimento alla tempistica di rialzo dei tassi, definendosi pronti ad aspettare il momento opportuno per ritoccarli verso l’alto.

La Fed è solita prepararsi con giorni d’anticipo alle riunioni del Fomc: i funzionari che si riuniranno quest’oggi avranno infatti davanti a sé una serie di opzioni di politica monetaria raccolte in un testo chiamato Teal Book.
Nessuna di queste avrà forza prescrittiva e membri Fomc saranno liberi di adottare lo stile linguistico che riterranno più opportuno. Gli eventi che hanno colpito la Russia sono tali da far sì che i decisori Fed potrebbero voler sentire il parere degli esperti di stabilità finanziaria dell’istituto sulle implicazioni del calo del greggio e di un possibile tracollo del sistema finanziario russo. La Fed è solita ricorrere ad alcuni modelli per studiare l’economia globale che simulano l’impatto dei movimenti di valuta fra i mercati internazionali e del minor prezzo del greggio sulle prospettive di crescita dell’economia globale.

Anche se il mandato della Fed è circoscritto all’economia statunitense, i vertici dell’istituto devono assumere decisioni “che non danneggino in alcun modo” la stabilità economica internazionale o che portino a una crisi del debito tale da mettere a rischio i commerci e la crescita mondiale.

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