Il greggio
Quello petrolifero è stato uno dei mercati a sperimentare l’inversione più netta, recuperando perdite pari a circa il 4% per tornare al di sopra dei 46,00$. I trader non hanno soltanto reagito positivamente alla vittoria di Trump dopo avere riflettuto per qualche ora, ma gli investitori hanno anche ignorato i dati deludenti pubblicati dall’American Petroleum Institute nella tarda giornata di martedì e dall’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia (Eia) nelle prime ore di mercoledì.
Secondo l’Eia, durante la settimana conclusasi il 4 novembre, le scorte di greggio sono aumentate di 2,4 milioni di barili a fronte degli 1,3 milioni previsti. Tale balzo origina dall’incremento di 17000 barili al giorno registrato dalla produzione di petrolio.
L’oro
Dopo essere aumentato di circa il 5% nelle prime ore di mercoledì, raggiungendo il massimo delle ultime sei settimane, il prezzo dell’oro è diminuito, perdendo quasi il 2,5%. La causa principale dell’iniziale fuga verso la sicurezza dell’oro è individuabile nel netto ribasso subito dalle borse degli Stati Uniti.
L’oro ha toccato il massimo quando è svanita l’incertezza dell’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti con l’annuncio della vittoria di Trump. Qualora i mercati azionari dovessero continuare a muoversi in rialzo, la giornata di oggi dovrebbe vedere ulteriore pressione sull’oro.
Sull’andamento dell’oro ha inciso negativamente anche un netto aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti.
I rendimenti dei titoli del Tesoro
Nella giornata di mercoledì, gli strumenti del debito degli Stati Uniti hanno, in gran parte, sperimentato un andamento vario, con i trader che continuavano a cercare di interpretare gli eventi che hanno portato Trump a vincere le elezioni presidenziali. Il rendimento dei titoli del Tesoro a dieci anni ha raggiunto il 2,002%, il massimo dal 28 gennaio. Il rendimento dei titoli del Tesoro a treanta anni è salito al 2,813, il massimo dal 28 gennaio.
