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Chi Cede Prima I Produttori Di Scisto O l’Opec

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jan 14, 2015, 17:36 GMT+00:00

Martedì i prezzi del greggio WTI e quelli del Brent si muovono nuovamente al ribasso alla ricerca di nuovi minimi. Dopo aver testato la maniglia dei

Chi Cede Prima I Produttori Di Scisto O l’Opec

Chi Cede Prima I Produttori Di Scisto O l’Opec
Martedì i prezzi del greggio WTI e quelli del Brent si muovono nuovamente al ribasso alla ricerca di nuovi minimi. Dopo aver testato la maniglia dei 44.22$, il greggio chiude la sessione a 45,61$ registrando un calo di 46 centesimi. Il Brent testa i 46.42$ per chiudere a 47.36$. Mercoledì nella sessione asiatica il greggio si muove nuovamente al ribasso. Il WTI perde 42 centesimi ed è negoziato a 45,47$ mentre il Brent registra un calo di 70 centesimi per attestarsi su quota 47,40$ poiché i mercati in cerca di sicurezza spingono lo yen ai recenti massimi.

Ricordiamo come durante la riunione del 27 Novembre i membri dell’Opec abbiano deciso di mantenere invariati i loro livelli di produzione spingendo così i prezzi del greggio al ribasso. Ieri, Suhail Al Mazrouei, ministro del petrolio degli Emirati Arabi Uniti, ha ribadito porterà avanti la sua strategia mantenendo invariata la produzione. Il ministro ha aggiunto che potrebbero volerci anni prima che la produzione di greggio ritrovi il suo equilibri e che era alquanto improbabile aspettarsi un improvviso rincaro dei prezzi. Nonostante i rischi legati alla riunione dell’Opec prevista per giugno, non prevediamo nessun cambio di strategia. Tutto sommato, le dichiarazioni di Mazourei sono in linea con la nostra visione, ovvero, che esistono solo poche ragioni capaci di spingere il greggio al rialzo in uno scenario a breve termine. Detto questo, nonostante le previsioni di un possibile incremento della domanda,  i prezzi attuali sono troppo bassi anche per uno scenario a lungo termine.

Il calo dei prezzi del greggio grava sulla valuta russa, infatti, il rublo posta nuovi minimi registrando un calo del 4%. Ricordiamo come a metà dicembre la suddetta moneta abbia postato i minimi a 80 per dollaro e come abbia successivamente recuperato qualche punto rimanendo comunque a livelli bassi. Il rublo è in costante ribasso da inizio anno.

La principale fonte di reddito della Russia é proprio la vendita del greggio, pertanto, il continuo ribasso dei prezzi dei mercati energetici grava sull’economia del paese. Detto questo, lo scorso giugno i prezzi del Brent si attestavano su quota 115$ al barile mentre oggi, il combustibile europeo è negoziato a 45$.

Ieri, gli Emirati Arabi Uniti hanno mostrato come l’Opec non sia in grado di proteggere i prezzi del greggio, in calo dallo scorso giugno, e come l’incremento della produzione di scisto in Nord America continua a gravare sui prezzi del combustibile. Secondo gli Emirati Arabi Uniti l’eccessiva produzione di scisto deve essere fermata.

Ricordiamo come i prezzi del greggio si siano mossi al ribasso da giugno scorso e come la decisione presa dall’Opec durante la riunione di novembre, ovvero di mantenere invariati i propri livelli di produzione a 30 milioni di barili giornalieri, abbia accelerato tale declino. Stando a quanto riportato dagli analisti,  i membri più ricchi dell’OPEC come gli Emirati Arabi Uniti hanno accettato un simile ribasso dei prezzi con la speranza di “trovare supporto” negli elevati costi dello scisto.

A questo punto, la vera domanda è se i produttori statunitensi di scisto siano o meno intenzionati a ridurre la propria produzione. L’Opec e l’Arabia Saudita ritengono che il fondo del mercato sia la maniglia dei 40$, tuttavia, nessuno può averne la certezza poiché la nuova tecnologia consente di raggiungere quantità elevate. Inoltre, i costi di produzione si abbassano sempre di più aumentandone così la produttività.

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