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Brexit, Juncker: L’Unione Europea non rinegozia l’accordo

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 12, 2019, 09:00 UTC

Brexit, Jean-Claude Juncker: L’Unione Europea non rinegozia l’accordo. I patti vanno rispettati anche dal nuovo Primo ministro che verrà.

Juncker

Jean-Claude Juncker attuale presidente della Commissione UE, in attesa di conoscere chi sarà il suo successore a seguito del rinnovo del Parlamento europeo, rilascia una lunga intervista al quotidiano online politico.eu, in cui parla di sé, ma anche degli altri.

Juncker, durante l’intervista, ha ribadito che non si potrà rinegoziare l’accordo con l’Unione Europea, perché bisogna rispettare i ruoli. Non è stato un accordo tra Juncker e Theresa May, afferma, ma un accordo tra il Regno Unito e l’Unione Europea.

Un messaggio chiaro al nuovo Primo ministro che sostituirà la dimissionaria Theresa May, la quale attende solo che il partito le dica chi la sostituirà.

Juncker dispiaciuto della situazione in UK

Juncker si dice dispiaciuto della situazione politica del Regno Unito.

Ma Juncker ritiene anche, questa la sua impressione, che “da mesi il principale interesse per i politici britannici è stato come sostituire Theresa May e non come trovare un accordo con l’Unione europea”.

Non piace a Juncker quello che sta accadendo in UK, ma rispetta la sovranità e tuttavia chiede rispetto per l’UE, quindi l’accordo di revoca è lì già pronto e dovrà essere rispettato “da chiunque” anche dal “prossimo primo ministro britannico”.

Insomma, la rinegoziazione del contenuto è uno scenario non previsto dall’Unione europea.

Cosa accadrà con l’elezione del nuovo Primo ministro nel Regno Unito

Non è difficile immaginare lo scenario futuro. Il Primo ministro britannico si presenterà a Bruxelles con una proposta di modifica dell’accordo di uscita, l’UE si dirà indisponibile, a quel punto il parlamento britannico dovrà votare per una uscita senza accordo.

Chi sostituirà Theresa May?

Forse meglio, però ipotizzare gli scenari possibili solo dopo che, il partito Conservatore ora al governo, avrà scelto il successore di Theresa May. Sarà quest’ultimo a presentarci nuovi scenari.

Se, infatti, come tutti pensano, Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra che andava a lavorare in bicicletta, dovesse diventare Primo ministro, egli si presenterà a Bruxelles minacciando l’UE di non pagare il conto da 39 miliardi di sterline che fanno parte dell’accordo. Una liquidazione che l’UK deve all’UE per gli accordi che legano i singoli stati all’Unione stessa.

Niente nuovo accordo, niente denaro per l’UE. Ed il conto lo pagherebbero gli europei, perché i 39 miliardi di sterline (43,7 miliardi di euro al cambio attuale) dovranno rientrare in qualche modo e quindi potrebbero essere ripartiti tra gli Stati membri. In che modo ripartiti? Con un maggior esborso di contributi annuali, che già ora i singoli stati inviano a Bruxelles.

Prezzo della sterlina oggi 12 giugno

Dopo il picco del 6 maggio a 1,175 euro, la sterlina inglese ha perso progressivamente terreno ed ora viaggia sui minimi dell’anno a 1,12377.

Una buona notizia per le aziende italiane che importano merci dal Regno Unito, a proposito ieri l’Istat ha pubblicato i dati sull’export delle regioni italiane.

La debolezza della sterlina favorisce le esportazioni, ma ostacola le importazioni e questo potrebbe essere un vantaggio economico non da poco per una economia che a causa della Brexit sta rischiando la sua stabilità.

Non dimentichiamo che molte società finanziarie residenti nel Regno Unito hanno delocalizzato in un altro Paese UE. Lo stesso è accaduto nel ramo delle assicurazioni.

Alla lunga il Regno Unito perderà anche l’apporto dato dai cittadini UE che in questi anni hanno ricoperto vari ruoli nella sua economia. Si ridurrà anche il numero di studenti che sceglierà di studiare nelle sue Università perché torneranno costosissime e appannaggio solo per pochi.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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