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Bitcoin mining difficulty cade 2 volte consecutive. Cosa vuol dire per BTC

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 18, 2022, 09:51 UTC

Bitcoin mining difficulty cade per due volte consecutive nel mese di marzo. Il costo dell'energia pesa sui miner Cosa vuol dire per BTC?

Bitcoin mining difficulty

Il bitcoin mining difficulty chart ci mostra che la “difficulty” è calata negli ultimi 7 giorni. Non di molto, appena dello 0,35% a 7 giorni e dello 0,16% ad un giorno secondo i dati di Coinwarz.com.

Ma dietro questa “avvisaglia” si potrebbe nascondere una caduta più estesa dovuta all’aumento del costo dell’energia, che non consente più ai piccoli gestori di mining farm di proseguire l’attività di mining del bitcoin.

Come noto, il conio di nuovi bitcoin è un premio per i miner che mantengono la stabilità della rete e che si occupano delle transazioni, mettendo a disposizione la potenza computazionale dei propri ASIC (application-specific integrated circuits), i quali sono dispositivi appositamente studiati per elaborare complicati calcoli matematici sulla rete Bitcoin.

Gli ASIC sono molto energivori e consumano una grande quantità di energia che, a fine mese, presentano un conto salato a chi effettua il mining del bitcoin. In una situazione internazionale in cui molte nazioni hanno visto aumentare il prezzo dell’energia (vedasi il resoconto di Kiplinger.com a tale proposito), è chiaro che per molti miner l’attività di mining sta diventando infruttifera se non addirittura antieconomica.

Bitcoin mining difficulty: il grafico

Osservando il grafico della difficulty di Coinwarz.com, si nota come la bitcoin mining difficulty sia scesa da 27,96 Terahash per secondo del 3 marzo a 27,45 Terahash per secondo del 17 marzo.

Il calo più significativo si è verificato nella giornata del 3 marzo, quando la rete è passata da 27,96 T/Hs a 27,55 T/Hs. Tutto in una sola giornata. Indice che una importante quantità di ASIC deve essere stata disconnessa dalla Bitcoin network perché non più produttiva.

I rischi per il mining nei prossimi mesi

Nel 2020, con il bando da parte della Cina delle attività di mining delle criptovalute, e la questione delle zero emissioni, si verificò una forte riduzione della difficulty.

In quel caso ne poterono approfittare quei miner che da qualche mese avevano disconnesso i loro ASIC divenuti infruttiferi, riuscendo a incamerare interessanti quantità di BTC insperate per un paio di mesi almeno.

Questa volta, però, il calo è dovuto a una disconnessione di ASIC come conseguenza dell’alto costo dell’energia. Sarà quindi difficile approfittarne in caso di una più considerevole caduta della difficulty. L’energia ha infatti un costo per tutti, non solo per chi disconnette, ma anche per chi vorrebbe riconnettersi.

Un robusto apprezzamento del bitcoin potrebbe cambiare il trend di discesa della difficulty, ma in questo caso a beneficiarne non saranno quei miner che da tempo hanno disconnesso i loro dispositivi.

Un’ultima considerazione legata al bitcoin mining difficulty, con l’avvicinarsi della primavera nell’emisfero boreale, dove cioè si concentra la maggiore capacità computazionale dedicata alla Bitcoin network, il prezzo dell’energia è destinato a calare e questo potrebbe portare ad una ripresa della difficulty già nel mese di aprile o maggio.

Tutto potrebbe stravolgersi se la guerra in Ucraina dovesse portare ad un fermo unilaterale nel trasporto del gas russo in Europa. In quel caso il prezzo dell’energia letteralmente impazzirebbe mettendo al tappeto centinaia di ASIC in brevissimo tempo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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