Il prezzo del petrolio greggio WTI e quello del gas naturale tentano di frenare i ribassi, ma la pressione bearish è ancora particolarmente intensa.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora non lontano dai minimi relativi, ma è riuscito a riprendere quota dopo aver sfiorato due volte il livello di 55 dollari tondi. La pressione di vendita è comunque costante e un ritorno in territorio rialzista si fa sempre più improbabile.
Il gas naturale si mantiene invece sotto i 4 dollari tondi, sebbene stia tentando un recupero di questo target. La pressione ribassista potrebbe smorzarsi sulla fascia di prezzo attuale tra i 4 e i 3,8 dollari, ma certamente la risalita non sarà agevole.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 55,98 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,949 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI mostra segnali di una possibile ripresa almeno oltre la resistenza dei 56 dollari, livello attualmente in fase di test. Anche qualora questo ostacolo venisse superato, resta poco convincente l’ipotesi di un ritorno graduale verso l’obiettivo ben più ambizioso dei 60 dollari.
Nel corso della settimana il movimento rialzista potrebbe estendersi, al massimo, verso i target intermedi di 56,50 e successivamente 57,30 dollari, area che coincide con l’EMA a 10 giorni. Oltre tali livelli, però, le probabilità di ulteriore slancio appaiono limitate.
Il contesto geopolitico continua infatti a esercitare una pressione significativa. I colloqui di pace in Ucraina hanno già indebolito il sentiment sul mercato del greggio e, qualora dovessero concretizzarsi progressivamente, potrebbero comprimere ulteriormente le prospettive di recupero dei prezzi.
Per il gas naturale, una prolungata permanenza sotto la soglia dei 4 dollari rischia di compromettere le possibilità di un recupero strutturato, favorendo invece una fase di stabilizzazione dei prezzi nell’area compresa tra 3,80 e 4 dollari.
Il downtrend recente è stato particolarmente intenso e violento, ma sembra aver individuato almeno un primo punto di rallentamento. Un cedimento deciso sotto i 3,80 dollari invaliderebbe questa ipotesi, aprendo la strada a una seconda ondata di ritracciamenti e riportando il mercato in un contesto marcatamente ribassista.
Per interrompere questo scenario negativo, il gas naturale dovrà quantomeno riconquistare i 4 dollari tondi e consolidare sopra tale livello. Solo allora potrebbe tentare un’estensione verso le resistenze intermedie poste a 4,20 e successivamente 4,38 dollari, livelli chiave per valutare un eventuale cambio di momentum.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.