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Bitcoin evolve verso privacy e scalabilità: prospettive per investitori

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Nov 30, 2020, 08:51 UTC

Bitcoin evolve verso privacy e scalabilità ecco perché ci sono buone prospettive per gli investitori che adottano le criptovalute.

bitcoin

L’evoluzione di bitcoin non è solo una questione di prezzo. Più correttamente dovremmo scrivere che prima del prezzo di bitcoin viene il lato tecnico del protocollo, viene prima il codice informatico che rende possibile il funzionamento del sistema di pagamento.

Di recente un nuovo soft fork, cioè un nuovo aggiornamento al software (2 in 1), è stato proposto col nome di Schnorr e Taproot. I due aggiornamenti non entreranno in funzione immediatamente ma richiederanno un periodo di “ragionamento” e di approvazione, tuttavia al termine la Bitcoin Network si ritroverà con degli strumenti che gli consentiranno di essere ready per soluzioni smart contract e faciliterà le transazioni multi firma (multi-signature) rendendole indistinguibili rispetto a una normale transazione BTC.

In poche parole al termine dell’upgrade il protocollo Bitcoin sarà più scalabile e orientato alla privacy.

Due buone notizie per l’intera comunità di persone, imprese e investitori che gravitano intorno alla criptovaluta.

Bitcoin evolve con Brink

Come si mantiene la comunità di sviluppatori che anno dopo anno aggiornano il codice e fanno sì che Bitcoin continui ad evolvere e a essere sempre più appetibile anche per gli investitori?

Bitcoin non è una impresa dotata di un proprio business, quindi ha bisogno della buona volontà di sviluppatori che prestino il loro tempo per la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione dei miglioramenti.

Gratis la ricerca e il lavoro sono spesso impossibili o di bassa qualità. La buona volontà di sviluppatori che dedicano gratuitamente il loro tempo a Bitcoin c’è, ma senza incentivi questo tempo è ridotto perché prima viene il lavoro che paga.

Inizialmente c’era Satoshi Nakamoto con un gruppetto di sviluppatori, poi ne sono arrivati altri, quindi le prime imprese sorte intorno alla criptovaluta hanno speso risorse economiche proprie, ma ora che il sistema è diventato una realtà mondiale che vale centinaia di miliardi, serve una stabile e qualificata comunità di sviluppatori che dedichino tante energie al miglioramento del protocollo.

Da qui l’idea di far nascere Brink, una non profit registrata negli Stati Uniti da John Newbery e Mike Schmidt con l’obiettivo di raccogliere donazioni provenienti da imprese e cittadini, allo scopo di distribuire i fondi raccolti tra gli sviluppatori con le idee più interessanti e promettenti.

L’iniziativa ha raccolto il supporto di Human Rights Foundation, Square Crypto, il crypto exchange Kraken, Gemini, ma anche di Wences Casares e John Pfeffer.

Cosa significa tutto ciò per un investitore

Un investitore non può investire in un asset finanziario senza conoscerlo. Nel caso del crypto asset bitcoin la conoscenza è strettamente legata all’evoluzione del software che gestisce l’intero sistema.

Per capire Bitcoin, infatti, non basta assolutamente fare analisi tecnica basandosi sui grafici, serve andare alle fondamenta e capirne anche il pensiero che ha spinto Nakamoto e chi lo ha appoggiato sin dall’inizio a dare vita a tutto ciò.

Ora ci sono i grandi investitori

Forse non sapremo mai se il fondatore o i fondatori di BTC avevano già prefigurato quanto sarebbe accaduto intorno al loro progetto iniziale, ma quello che oggi vediamo è che il loro lavoro scientifico poi tradotto in codice informatico, ha movimentato masse finanziarie consistenti.

Tra gli ultimi grandi investitori ad aver pubblicamente manifestato il proprio interesse in bitcoin troviamo il Fondo Guggenheim, il quale ha richiesto alla SEC di poter investire il 10% del valore del fondo nell’ETF Grayscale Bitcoin Trust.

L’adozione di massa è sotto gli occhi di tutti, ma agire sempre con prudenza è doveroso.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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