Stamattina le divise asiatiche viaggiano in netto rialzo grazie ai buoni dati manifatturieri cinesi. I mercati finanziari della Cina hanno frattanto
Anche se l’indice PMI dovrebbe tenere conto delle fluttuazioni stagionali che colpiscono l’attività economica, inclusa la lunga festa del Capodanno Lunare che ha tenuto chiuse migliaia di industrie, diversi analisti ritengono di dover aspettare marzo per disporre di dati affidabili. Nel 2014 l’economia cinese è cresciuta del +7,4% (si tratta del ritmo di espansione peggiore degli ultimi 24 anni) a causa del raffreddamento del mercato immobiliare interno, di un sistema industriale che non ha potuto viaggiare a piena potenza e del rallentamento degli investimenti.
L’Aussie è stata fra le divise che più hanno beneficiato del dato sul PMI cinese, lievitando di 49 punti a 0,7880; il Kiwi si è mosso di conserva per crescere di 43 punti e toccare quota 0,7535. Il dollaro australiano ha inoltre tratto giovamento da una serie di dati economici interni pubblicati stamattina: l’attività edilizia si è contratta meno di quanto preventivato nel quarto trimestre 2014, mentre l’indice di prezzo dei salari ha confermato le attese rallentando al nuovo minimo record.
Bloomberg ha riportato che il dollaro Usa si è deprezzato per il secondo giorno di fila contro le sue principali controparti valutarie dopo che il presidente Fed Janet Yellen ha affermato che un eventuale mutamento di stance da parte dell’istituto centrale non si tradurrà automaticamente in una tabella di marcia contenente il percorso di rialzo dei tassi. Ieri la banconota verde ha patito le perdite peggiori dell’ultima settimana nel momento in cui Yellen ha detto al Comitato del Senato che il mercato del lavoro sta migliorando nonostante un’inflazione e una crescita salariale ancora troppo basse. In apertura di sessione il dollaro Usa si mantiene ben saldo appena al di sotto di quota 94,50.
Lo yen giapponese si è mosso in rialzo contro il dollaro e l’euro: al momento è scambiato rispettivamente a 118,72 e 134,70. Nel corso del 2015 la divisa statunitense si sta rafforzando sensibilmente mentre quella che rimane la prima economia globale è attesa espandersi del +3,1% tanto da surclassare le performance di qualsiasi economia del G10 monitorata da Bloomberg. Il progetto di rialzo dei tassi della Fed contrasta con le mosse delle banche centrali di Eurozona, Giappone e Cina, costrette ad allentare la propria politica monetaria per supportare la crescita economica e l’inflazione.
L’euro si è rialzato del +0,1% portandosi a 1,1345 dopo aver toccato ieri un minimo di metà sessione a 1,1288. L’approvazione da parte dell’Eurogruppo del piano di riforme del governo Tsipras – come richiesto per autorizzare un’estensione di 4 mesi del piano di salvataggio internazionale – ha ridato forza alla divisa europea. In questo modo, per i prossimi mesi la Grecia non sarà più al centro dell’attenzione, anche se vi ritornerà non appena si tenterà di trovare una soluzione definitiva alla crisi del suo debito pubblico.