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A inizio marzo il dollaro Usa viaggia in rialzo

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 2, 2015, 17:28 GMT+00:00

Il mese di marzo si apre con il dollaro Usa in rialzo di 15 punti nel corso della sessione asiatica; al momento è negoziato a 95,44. Stamattina il

A inizio marzo il dollaro Usa viaggia in rialzo

A inizio marzo il dollaro Usa viaggia in rialzo
Il mese di marzo si apre con il dollaro Usa in rialzo di 15 punti nel corso della sessione asiatica; al momento è negoziato a 95,44. Stamattina il biglietto verde ha toccato il massimo degli ultimi 11 anni contro un paniere composto dalle principali coppie valutarie dopo che il taglio dei tassi deciso dalle autorità monetarie cinesi ha spinto in basso lo yuan e le altre divise asiatiche. Il dollaro si è così portato a 95,505, si tratta del massimo mai raggiunto dal settembre 2003, dopo che l’ultima chiusura lo aveva visto attestarsi a 95,417.

Il dollaro australiano ha beneficiato solo parzialmente dell’intervento sui tassi cinese di sabato scorso; per le autorità del gigante asiatico si tratta dell’ultimo tentativo in ordine di tempo volto a supportare la seconda economia del globo, ultimamente in rallentamento e a rischio deflazione. Al momento l’Aussie è scambiato in ribasso di 43 punti in vista della riunione Rba di domani. Secondo alcuni, la banca centrale australiana finirà per proseguire sulla via dell’allentamento emersa nel corso della riunione di febbraio e portare al 2% i tassi d’interesse. Secondo altri, l’istituto potrebbe rimanere fermo. Nel caso in cui dovesse procedure al taglio, l’Aussie non mancherà di deprezzarsi. I dati australiani rilasciati in mattinata sono risultati tutto sommato insoddisfacenti. Paul Dales, economista di Capital Economics, sostiene che il taglio è molto probabile dal momento che, nel 2015, il Pil di Canberra rallenterà al +1,8%.

Il Kiwi si è frattanto deprezzato risentendo della performance dell’Aussie e dei timori provenienti dalla Cina, anche se le strategie di politica monetaria di Australia e Nuova Zelanda rimangono profondamente divergenti, con la seconda sulla via del rialzo dei tassi. Il dollaro neozelandese ha ceduto 39 punti sino a 0,7529. Le divise asiatiche delle economie emergenti si sono mosse in ribasso contro il dollaro Usa per via del taglio dei tassi cinesi che hanno rivelato l’intenzione delle autorità di Pechino di procedere a un ulteriore allentamento monetario per fronteggiare il rallentamento economico e le pressioni deflazioniste.

L’euro ha ceduto lo 0,2% portandosi a 1,1176. In apertura di sessione odierna ha invece toccato il nuovo minimo mensile a 1,1160. L’evento-chiave della settimana sarà la riunione Bce di giovedì: gli investitori sono infatti in attesa di maggiori dettagli circa il piano di acquisto titoli di Stato da 1 trilione di euro, che inizierà proprio questo mese. La Bce potrebbe inoltre decidere se accettare anche i titoli della Grecia come garanzia per l’erogazione diretta dei propri fondi dopo la sospensione di inizio febbraio. Lo yen giapponese ha ceduto 9 punti contro l’euro ed è scambiato a 134 mentre il cross USD/JPY ne ha guadagnati 28 fino a 119,86. Il dollaro ha toccato il massimo delle ultime 3 settimane contro lo yen, anche se non è stato in grado di rompere al di sopra dell’importante soglia psicologica a 120 yen poiché gli investitori guardano con circospezione ai dati economici Usa e agli eventi di questa settimana. In Giappone la spesa per investimenti è cresciuta del +2,8% nel corso del terzo trimestre 2014, stando a quanto riferisce oggi il ministero delle Finanze di Tokyo, raggiungendo i 9,708 trilioni di yen.

Si tratta di un valore inferiore al +4,1% preconizzato alla vigilia dopo il +5,5% del terzo trimestre. Escludendo i software, il capex è cresciuto del +3,9% a 8,884 trilioni di yen – anche qui mancando le attese per un rialzo del +5% dopo il +5,6% del trimestre precedente. I profitti societari sono invece aumentati del +11,6% dopo il +7,6% del Q3. Le vendite sono cresciute infine del +2,4%, rallentando rispetto al +2,9% del terzo trimestre.

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