Pubblicita'
Pubblicita'

Agenzia S&P “grazia” l’Italia: il rating resta BBB negativo

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 28, 2019, 07:27 UTC

L'agenzia di rating S&P lascia il rating dell'Italia BBB negativo, graziata per questa volta ma lo scenario non è per nulla roseo secondo l'analisi.

S&P

L’agenzia di rating Standard & Poor’s (S&P) grazia l’economia italiana lasciando il rating dell’Italia a BBB negativo. A salvare, per ora, l’Italia ci pensano i cittadini, che secondo l’agenzia americana risulterebbero meno indebitati di quanto lo è nel suo insieme lo stato italiano.

Diminuisce il debito dei privati, ma aumenta il debito dello stato e, dal momento che le banche italiane sono fortemente esposte avendo in pancia una grande quantità di titoli di Stato, la debolezza si riflette anche su di esse.

Ma per le banche questo non è l’unico problema, alcune di esse devono fare i conti con miliardi di crediti deteriorati, oppure con centinaia di milioni di euro da pagare per multe comminate dall’Antitrust dell’Unione Europea o dalle Autorità a stelle e strisce.

I cambiamenti politici indeboliscono l’Italia

Secondo S&P Global Ratings, i continui mutamenti politici indebolirebbero le condizioni economiche dell’Italia, poiché tale situazione disincentiva all’investimento e di riflesso il potenziale di crescita ne risentirebbe.

Ci sono poi condizioni finanziarie esterne deteriorate che non gioverebbero all’Italia. Non dimentichiamo che l’economia globalizzata lega tutti i paesi a una specie di “sorte comune”.

Di recente abbiamo presentato i dati sull’export dell’Italia che certamente non sono rosei.

Non farà bene al nostro paese neppure il rincaro del petrolio a causa delle tensioni USA – Iran, che ha portato a un nuovo embargo sul petrolio iraniano.

Per Bloomberg la crisi in Italia è questione di tempo

Alcuni giorni fa un editoriale pubblicato sull’agenzia Bloomberg, affermava che la crisi finanziaria in Italia sarebbe solo questione di tempo.

Ed i problemi elencati sono gli stessi messi in evidenza dall’agenzia di rating S&P, che per ora lascia il nostro outlook a BBB negativo.

L’Italia ‘creditore netto esterno’

Dalla nota di S&P riportata da Teleborsa, si legge che:

“L’Italia è sulla buona strada per diventare un creditore netto esterno entro la metà del decennio. Il governo italiano sta invertendo il processo di consolidamento di bilancio e rischi per la posizione di bilancio stanno aumentando. Previsto un aumento del debito/Pil, mentre il debito del settore privato continua a scendere.

Il premier Conte: ‘Per ora va bene così’

Commentando da Pechino, dove è impegnato per il forum sulla Via della Seta, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha detto: “Dovremo migliorare sicuramente ma per il momento va bene così. Ce lo aspettavamo”.

In zona recessione da metà 2018

L’analisi di S&P Global Ratings ci informa che secondo le loro stime, l’Italia è in zona recessione già dalla seconda metà del 2018. Ciò a causa del cambio di rotta repentino delle riforme, e di un commercio con l’estero volatile.

Il rischio è che lo stallo economico perduri per tutto il 2019, e che le scelte di politica economica del governo italiano possano rafforzare la rigidità dei salari e del mercato del lavoro.

Manovre economiche controproducenti

S&P boccia le manovre economiche del governo italiano affermando che:

“Sebbene l’obiettivo fosse quello di fornire un maggiore slancio, le manovre di bilancio del governo sembrano essere state controproducenti per molti aspetti, dati i loro effetti negativi sulle condizioni finanziarie e sui costi di finanziamento per le banche italiane”.

In definitiva, S&P sostiene che non le condizioni economiche globali avverse che stanno rallentando anche altri paesi sono la causa dell’indebolimento dell’economia italiana, ma è stato il governo con le sue scelte a portare il paese in recessione tecnica nel 2018.

Già dall’estate del 2018, l’incertezza sul bilancio pubblico, ha causato la lievitazione dei costi di indebitamento. I tassi di interesse sui titoli di Stato sono infatti aumentati notevolmente e ciò non fa bene all’intero paese.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'