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Una Finestra sull’Europa: Petrolio ai Minimi Dal 2001, Decollano i Rendimenti dei Titoli di Stato in UE

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Mar 19, 2020, 06:52 UTC

Il petrolio ha ieri raggiunto i minimi dal 2001, con il Wti a quota 20 dollari al barile. Intanto, in Europa balza il rendimento dei principali titoli di stato, mentre oggi Francia e Spagna lanciano le nuove aste.

variante delta

Ancora una giornata di forte volatilità sui mercati finanziari, con pesanti vendite in tutta Europa e una sessione nera per i principali indici, a cui è venuta parzialmente in soccorso la BCE.

Dopo un’ulteriore impennata sopra i 330 punti, lo spread Btp/Bund decennale è sceso ieri a quota 270 punti e il rendimento del benchmark è sceso sotto il 2,5%.

La BCE ha infatti ribadito che contrasterà la turbolenza nei mercati per permettere alla politica monetaria scelta di fare il suo corso. Grazie ai suoi acquisti, Piazza Affari è riuscita a resistere in questa seduta con un calo del -1,27%, dopo essere scesa nuovamente (come anche nella sessione precedente) sotto i 14.800 punti.

Per le altre borse europee, invece, le vendite sono state più massicce, spingendo numerosi indici oltre la soglia del -5%. A pagare particolarmente è stata però Wall Street.

Wall Street ai minimi del 2017

Ieri il Dow Jones è sceso sotto i 19.000 punti per poi riprendere carreggiata in chiusura. La perdita è stata comunque pesante, pari al  -6,30%. Si tratta della performance peggiore dal 2017, prima delle elezioni presidenziali che avevano visto trionfare Donald Trump.

Anche il Nasdaq ha mostrato forti perdite, chiudendo al -4,7%, mentre l’S&P 500 cede il -4,86%. Nonostante le parole del Presidente Trump sulle misure statunitensi per rispondere all’epidemia, negli USA continuano a soffrire particolarmente i settori bancari e dei trasporti aerei, con Boeing in forte crisi.

Male anche i principali indici in Europa, vendite diffuse in numerosi settori

Sessione volatile e vendite diffuse, soprattutto in chiusura, anche per i principali indici europei. Il DAX 30 tedesco ha ceduto il -5,56% scendendo sotto gli 8.500 punti, mentre il CAC 40 ha fatto ancora peggio chiudendo a -5,94%.

Meglio Londra (-4%) e Madrid (-3,4%), che era nuovamente partita in rialzo ma non ha riuscito a reggere per l’intera seduta.

L’Euro Stoxx 50 ha ceduto invece il -5,72%.

La nuova misura della Consob (e non solo) contro la volatilità di mercato

La Consob ha deciso di vietare le vendite allo scoperto per un periodo di tre mesi nella Borsa di Milano. La seduta di ieri è stata la prima in cui si sono applicate le nuove disposizioni sul divieto alle posizioni nette corte, vale a dire le vendite allo scoperto o altre operazioni ribassiste, ai sensi dell’articolo 20 del Regolamento UE in materia.

Il divieto è stato applicato a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano e a questa misura se ne affianca un’altra per garantire maggiore trasparenza delle partecipazioni nelle società quotate in Borsa.

Così, da ieri il nuovo regime di trasparenza prevede un limite alle partecipazioni in questo periodo in 48 società italiane con capitalizzazione sopra ai 500 milioni di euro. Tale limite è dell’1% per le società non PMI e del 3% per le PMI.

Una misura simile è stata adottata anche in Francia, con l’AMF che ha annunciato un blocco temporaneo delle vendite allo scoperto per 92 titoli, con effetto immediato.

Petrolio ai minimi da 18 anni, Wti a 20 dollari

Con la disastrosa seduta di ieri, il petrolio ha raggiunto da inizio anno una perdita complessiva del 60%, con il Wti che ha sfiorato i 20 dollari e il Brent sotto i 25 dollari al barile.

Il panico non tende ad arrestarsi, dopo che l’Arabia Saudita ha ribadito che a breve aumenterà le forniture di greggio per diversi mesi. Ancora una volta, non sono stati però forniti ulteriori dettagli in merito.

Il Calendario economico dell’Eurozona

Dopo un’altra settimana nera ormai quasi giunta al termine, oggi Spagna e Francia lanceranno le loro aste per i titoli di Stato, i cui rendimenti, come in Italia, stanno soffrendo un sensibile rialzo.

Secondo le ultime rilevazioni, il benchmark francese ha un rendimento dello 0,34%, contro l’1,3% dell’equivalente spagnolo.

Domani invece si attende l’indice tedesco dei prezzi di produzione su base mensile e annuale.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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