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L’S&P 500 è leggermente in rialzo subito dopo l’apertura, agganciandosi a un punto di svolta minore a 6847,86, mentre gli operatori mostrano poca urgenza nel prendere posizione. Il record storico a 6920,34 è a portata di mano — solo a 1% di distanza — ma nessuno lo sta inseguendo. Almeno, per ora.
Un piccolo massimo a 6895,78 rappresenta l’unico ostacolo tra qui e nuovi massimi. Sul lato ribassista, il quadro è più chiaro: qualsiasi inclinazione ribassista elimina il minimo oscillatorio a 6799,94 e porta il prezzo verso la media mobile a 50 giorni a 6751,85. Obiettivi più profondi si trovano a due livelli di ritracciamento del 50% — 6721,13 e 6708,85 — sebbene ciò entri in gioco solo se Powell dovesse sorprendere con misure particolarmente dure.
Considerando le aspettative di volatilità per oggi, sia 6920,34 che 6751,85 sono possibilità concrete. I mercati delle opzioni prevedono una variazione del 1,3% per il giorno della Fed, il movimento più consistente atteso entro la fine dell’anno. Gli operatori sono pronti, ma aspettano.
Si prevede ampiamente che la Federal Reserve annunci oggi nel pomeriggio il terzo taglio consecutivo di 25 punti base, portando il range target al 3,5%–3,75%. I mercati attribuiscono a questa mossa una probabilità dell’87%. Il taglio in sé è marginale; ciò che interessa agli operatori è il messaggio che lo accompagna.
Questo viene definito un «taglio aggressivo» — una riduzione accompagnata da un linguaggio che alza l’asticella per ulteriori allentamenti. I membri del Comitato sono ancora divisi. Alcuni auspicano ulteriori tagli per mitigare l’indebolimento del mercato del lavoro. Altri, invece, temono che ulteriori allentamenti possano alimentare l’inflazione, che continua a registrarsi al 2,8% secondo la misura preferita dalla Fed. Questa divisione spiega perché la dichiarazione post-decisione e la conferenza stampa di Powell abbiano un peso maggiore rispetto al taglio in sé.
Il dot plot sarà centrale. Esso mostra dove tutti i 19 membri dell’FOMC prevedono i tassi fino al 2026, e qualsiasi deviazione dall’ipotesi di mercato, che prevede da due a quattro tagli il prossimo anno, potrebbe scuotere il sentiment. Sono previste diverse disapprovazioni temperate, a riflesso della tensione interna del Comitato riguardo ai rischi inflazionistici e alla crescita.
I dati recenti sul mercato del lavoro non hanno favorito i colombe. Le aperture di posti di lavoro in ottobre sono rimaste stabili, ma le assunzioni sono diminuite di 218.000 unità mentre i licenziamenti sono aumentati di 73.000. Il rallentamento è reale, ma non è così marcato da sopraffare le preoccupazioni legate all’inflazione — almeno per ora.
Le azioni hanno registrato un forte rimbalzo nel dicembre, portando l’S&P 500 a circa lo 0,3% dal record di chiusura storico. Il Russell 2000 ha raggiunto un nuovo massimo intraday martedì, spinto dalla prospettiva di costi di finanziamento più bassi a favore delle società di minore dimensione. È in corso una rotazione settoriale, con un allargamento dell’ampiezza oltre il tech mega-cap.
Il rally di fine anno, però, dipenderà dalle indicazioni future della Fed. Se il dot plot segnala meno tagli del previsto, o se Powell esprime posizioni più restrittive del previsto, lo slancio perderà. I modelli istituzionali rimangono fragili dopo il blackout dei dati dovuto al shutdown governativo, lasciando le sedi di trading reattive e suscettibili a bruschi ribassi.
Gli operatori stanno anche osservando il ritorno delle indicazioni che fanno riferimento all’«entità e ai tempi di ulteriori aggiustamenti» — linguaggio tipico della Fed per indicare una flessibilità legata ai dati. Tale formulazione lascia aperta la possibilità di manovre, senza impegnarsi su nulla, probabilmente come intenzione voluta.
La configurazione appare positiva. Il sentiment è più rialzista che ribassista, non emergono minacce economiche rilevanti, e gli acquirenti sono intervenuti approfittando delle debolezze. Un tono moderatamente accomodante o un dot plot che mantiene in gioco i tagli per il 2026 potrebbe stimolare una spinta verso 6920,34 e oltre.
Ma se Powell adottasse un tono più aggressivo o il Comitato preveda meno tagli, il lato ribassista si aprirà rapidamente. Un break al di sotto di 6799,94 probabilmente attiverebbe l’ingresso dei venditori, con la media mobile a 50 giorni a 6751,85 che fungerebbe da primo livello di supporto. Uno scenario di ‘compra sui ribassi’ risulta plausibile, a condizione che la Fed non sia estremamente ribassista.
Conclusione: il taglio è già scontato. La reazione dipenderà da ciò che Powell trasmetterà riguardo all’anno prossimo. Il range è stretto, la volatilità è reale e il mercato vuole crederci. Se otterrà il via libera questo pomeriggio è l’unica domanda che conta.
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James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.