Il prezzo del petrolio greggio WTI riprende i rialzi, ma in maniera poco sostenuta e convincente. Il gas naturale ha invece superato stabilmente quota 3 dollari.
Nuova ripresa per il prezzo del petrolio greggio, che ha compiuto un sensibile allungo dopo il test del supporto di 70 dollari per riportarsi sopra i 72,5 dollari in queste ore.
Il gas naturale, invece, ha definitivamente infranto la resistenza a 3 dollari fino a raggiungere ieri un nuovo target rialzista alquanto ambizioso, sopra quota 3,3 dollari. Da quel momento (era la serata di ieri, 9 Gennaio), il prezzo ha però subito un naturale ritracciamento.
Per il petrolio greggio le previsioni vedono un proseguimento della fase laterale, con una vistosa indecisione sulla direzionalità dei trend futuri. Il gas naturale, invece, dovrà tentare di mantenersi sopra quota 3 dollari per sfruttare nuove spinte rialziste e ritestare i recenti massimi.
Intanto, oggi al momento della scrittura il petrolio greggio WTI segna esattamente quota 72,6 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 3,088 dollari.
L’ultima ripresa per il petrolio greggio ha dimostrato la tenuta del supporto intermedio di 70 dollari, che rappresenta un discreto livello psicologico. Dopo una prima fase di test, la commodity ha ripreso quota e adesso potrebbe tentare di far leva sulla spinta del mercato per riportarsi in prossimità della resistenza intermedia di 73,5 dollari al barile.
A spingere la direzionalità incerta del petrolio greggio sono, da un lato, i timori per un calo della domanda e, dall’altro, quelli per una contrazione dell’offerta a causa delle tensioni in Medio Oriente.
Sul fronte dell’offerta, che rappresenta chiaramente un fattore bullish, sta pesando anche la chiusura del giacimento libico di Sharara. Fino ad ora, la notizia non ha spinto particolarmente al rialzo il prezzo del petrolio, ma ha quantomeno garantito la tenuta dei supporti.
Per il prosieguo della settimana, nuovi ribassi potrebbero ritornare a imporre la loro attenzione sul supporto di 70 dollari. In caso di rottura, il prezzo andrà verosimilmente a piazzarsi sui supporti intermedi di 68,5 e 68 dollari al barile, intorno ai minimi relativi.
Il gas naturale, diversamente dal petrolio greggio texano, ha archiviato un rialzo davvero interessante, sopra la resistenza di 3 dollari testata per diverse sessioni.
Il chiaro breakout rialzista ha però fatto i conti con i ritracciamenti immediati, che hanno allontanato la commodity dai suoi massimi di 3,375 dollari raggiunti ieri sera.
Adesso, il gas naturale dovrà puntare a un ritorno su quest’ultimo valore evidenziato, con la possibilità di consolidare quantomeno intorno a quota 3,3/3,35 dollari. Da qui, il passo successivo sarebbe un test del livello intermedio di 3,5 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.