Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra la resistenza di 62,5 dollari al barile e il gas naturale riprende quota oltre i 3,7 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano ancora sopra la resistenza intermedia di 62,5 dollari al barile, dunque sulla fascia superiore dell’area laterale che si estende dai 60 ai 63 dollari al barile. L’obiettivo rialzista successivo si troverà a quota 63,5 dollari al barile.
Il gas naturale, invece, ha ripreso quota nelle ultime ore per ritrovare la resistenza a 3,70 dollari. Su questo target, o più probabilmente intorno al livello di 3,8 dollari, potrebbe giocarsi una stabilizzazione decisiva per le previsioni di breve termine.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 62,74 dollari al barile (+0,34%) e il gas naturale passa di mano a 3,729 dollari (+0,95%).
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra la resistenza di 62,5 dollari al barile e potrebbe estendersi fino al target immediatamente successivo di 63,5 dollari.
Evidenziamo però che su questa fascia di prezzo si concentra una forte spinta ribassista, che è riuscita a confinare le prospettive rialziste del petrolio greggio per lungo tempo.
Per un definitivo break-out sopra i 63,5$ potrebbe essere infatti necessaria una maggiore spinta da parte del mercato, di cui ancora non si intravedono i contorni. Appare più plausibile un consolidamento intorno ai 63 dollari o già sulla fascia attuale, in vista di nuovi stimoli.
Quanto allo scenario ribassista, questo tornerebbe a imporsi in caso di nuovi arretramenti sul supporto di 60 dollari. Riportandosi su questa fascia di prezzo, il petrolio greggio potrebbe dire concluso il microtrend rialzista. Nonostante ciò, ritengo inverosimile un crollo oltre i 60 dollari tondi, già testati a dovere nello scorso mese.
Il gas naturale ha superato nuovamente la media mobile a 100 giorni e potrebbe ora consolidarsi nell’attuale fascia di prezzo prima di puntare ai successivi obiettivi rialzisti. Le principali resistenze si trovano a 3,75 e 3,80 dollari, seguite dai livelli intermedi di 3,82 e 3,88 dollari.
Man mano che il prezzo si avvicina al target chiave di 4 dollari, i tentativi di ritracciamento potrebbero diventare più frequenti. In caso di mancata tenuta dei supporti intermedi, il gas naturale rischia di arretrare fino a toccare i livelli di 3,50 dollari e oltre. Un target ribassista da monitorare rimane il supporto a 3,30 dollari, ancora coincidente con l’EMA a 200 giorni.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.