Il prezzo del petrolio greggio WTI e quello del gas naturale perdono quota in maniera significativa, con il gas che estende stamane il calo della scorsa settimana fin sotto i 3,7 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sopra la resistenza principale di 65 dollari al barile dopo una settimana molto calda, che ha visto la commodity salire su nuovi massimi relativi oltre i 75$ prima di perdere quota con la fine delle ostilità tra Israele e Iran.
Anche il gas naturale si è ritirato dai massimi relativi sopra i 4 dollari tondi per lo stesso motivo, segnando un -5% abbondante. Per entrambe le commodities, nuovi stimoli rialzisti potrebbero susseguirsi nel breve termine; la spinta causata dal conflitto in Medio Oriente è però chiaramente esaurita.
Intanto, oggi al momento della scrittura il petrolio greggio WTI segna 65,21 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,650 dollari, ancora in calo.
Il prezzo del petrolio greggio WTI potrebbe ora ripartire dal supporto di 65 dollari al barile dopo il crollo settimanale più rapido dal 2020 (-15%).
Con il venir meno dei rischi geopolitici in Medio Oriente tra Iran e Israele, il WTI non dispone di una spinta rialzista sufficiente a recuperare quota nel brevissimo termine. Tuttavia, il mantenimento del supporto a 65 dollari al barile potrebbe garantire un minimo recupero. Precisamente, guardiamo al target di 67,5 dollari al barile e al livello immediatamente successivo di 68 dollari.
In caso di superamento di questi due valori, il prezzo del petrolio greggio WTI potrà tentare di riconquistare l’EMA a 200 giorni a quota 68,50 dollari tondi. Il raggiungimento di questo valore segnerebbe l’inizio di una fase di ripresa più spiccata.
Guardando invece allo scenario più nettamente ribassista, dopo il crollo del -15% basterebbe un arretramento oltre il supporto di 65 dollari per spingere il prezzo del petrolio greggio verso i supporti successivi di 63,53 e 62,80 dollari.
Il prezzo del gas naturale, similmente al petrolio greggio, ha vissuto una fase di sell-off interrotta sul supporto intermedio.
A pesare è stato il miglioramento del contesto di crisi in Iran e il rapporto EIA di giovedì scorso, che ha confermato un eccesso di offerta.
Il gas naturale rimane tutto sommato ancora stabilmente rialzista, nonostante la perdita dei due forti supporti a 3,72 e 3,68, e il raggiungimento del livello intermedio di 3,65 dollari.
Evidenziamo che la contrazione delle scorse ore ha spinto la commodity al di sotto della media mobile semplice a 100 giorni (a quota 3,695$). Nuovi ribassi potrebbero seguire già in giornata, fino al supporto di 3,50 dollari.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.