Il Petrolio WTI ha rotto gli indugi rompendo il supporto chiave dei 78 $ e raggiungendo il limite superiore dell’area di demand tra la chiusura della sessione di Tokyo e l’apertura della sessione di Londra.
Il prezzo del Petrolio WTI sembra puntare dritto a chiudere l’ultima settimana di trading dell’anno con un tono decisamente ribassista, nonostante le ultime vicende fondamentali sembravano far sembrare tutt’altro. Tra le tante, si ricorda la recente legge della Russia di vietare le vendite di Petrolio al di sotto del prezzo massimo imposto dai paesi del G7; tuttavia, come anticipato, sembra che non abbia influenzato più di tanto l’Oro nero, il quale si sta dirigendo all’interno dell’area di demand, segno evidente che il 2023 potrebbe iniziare con un tono decisamente ribassista.
Si evidenzia che il decreto russo resterà in vigore per cinque mesi. Tuttavia, può essere concessa una speciale deroga in alcune circostanze; una formula che apre la strada alla Russia per poter continuare a vendere greggio alla Cina e all’India che, si ricorda, stanno comprando Greggio russo in forte sconto, intorno al 40%.
Nella giornata di ieri l’American Petroleum Institute ha riportato che le scorte di greggio sono diminuite di 1,3 milioni di barili, un miglioramento considerando che l’ultima settimana le scorte sono diminuite 3,069 milioni di barili.
Difatti, la quotazione del Petrolio WTI ha iniziato a calare da martedì e la giornata di oggi sembra stia confermando questa flessione. Altro fattore determinante dell’attuale calo è la questione Cina poiché il mercato si sta preparando ad una domanda potenzialmente più debole.
Dal punto di vista dei dati COT, il report settimanale che fornisce un’analisi dettagliata delle posizioni nette degli istituzionali a favore di un determinato asset, vi è un aggiornamento che sta andando in controtendenza rispetto a ciò quanto scritto poco prima. Rispetto alla settimana precedente, le posizioni nette a favore dell’Oro nero sono aumentate del 3,7%, passando da 229,6K a 238,2K.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro nero quota 77,96 $, in ribasso di quasi l’1% e al di sotto del livello chiave dei 78 $, il quale determina la ripresa dello scenario ribassista che sembrava essere cessato per le festività natalizie.
Con una chiusura giornaliero sotto il livello chiave menzionato, non è da sottovalutare una chiusura nell’ultima giornata di trading all’interno dell’area di demand 74,52/77,03 $ che potrebbe creare i presupposti ancora più ribassisti per il 2023 e determinare il raggiungimento nelle prime settimane dell’anno nuovo del livello annuale 70,61 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.