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Oro: Quotazioni Depresse dall’Aumento dei Rendimenti del Tesoro USA

Da:
Federico Dalla Bona
Pubblicato: Mar 2, 2021, 08:23 GMT+00:00

L’oro perderà ancora valore se i rendimenti dei titoli di stato continueranno ad aumentare, perché il lingotto non genera rendimenti.

Oro

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L’ampio arretramento che i prezzi dell’oro stanno attraversando dai massimi di agosto 2020 ha raggiunto un’estensione pari al 17.92%, misurata dal picco di quota 2089.20 fino ai minimi di venerdì 26/02 scorso, a 1714.09.

Durante i quasi 5 anni di rialzo maturati dal 2015 al 2020, in una sola altra occasione il mercato aveva dovuto affrontare una correzione simile, da luglio a dicembre 2016, ed in quella occasione l’oro giunse a deprezzarsi del 18.38% prima di ripartire al rialzo.

Ci troviamo quindi su livelli tecnici-limite rispetto a quanto il movimento storico dei prezzi ha potuto evidenziare nell’ultimo quinquennio. Se il ribasso dovesse ampliarsi ulteriormente, oltrepassando l’estensione del 18/20% dai massimi, saremmo in presenza di una manifestazione di debolezza del mercato dell’oro paragonabile solo a quella già vista nel periodo 2011/2015. Ed in quel periodo, come molti ricorderanno, l’oro soffrì un lento deprezzamento del 45% circa prima di ritrovare la strada del rialzo.

La spinta ribassista che ha rigettato l’oro sui valori più bassi degli ultimi 8 mesi è alimentata dalle prospettive di ripresa economica negli USA accompagnate da un’inflazione che si prevede sotto controllo. La settimana scorsa i rendimenti dei titoli del Tesoro americano hanno raggiunto i massimi dall’inizio della pandemia, ripercuotendosi negativamente sul valore del bene-rifugio per eccellenza.

Un dollaro più forte e gli elevati rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti hanno depresso l’acquisto di oro generando una ripresa della propensione al rischio. Come affermato da Bart Melek, responsabile delle strategie sulle materie prime di TD Securities, “l’oro perderà ancora valore se i rendimenti dei titoli di stato continueranno ad aumentare, perché il lingotto non genera rendimenti”.

Per quanto riguarda i riferimenti per le prossime 5-10 giornate, rileviamo la presenza di un supporto intermedio a 1704.00/1709.50 che costituisce l’elemento tecnico di verifica più interessante per il breve periodo. Il grafico a barre weekly qui sopra indica che le resistenze più vicine in questa fase – parliamo di resistenze di un certo rilievo – sono disposte non prima di 1770/75 e 1800/1804.

Di conseguenza consideriamo probabile un riavvicinamento provvisorio alle medesime prima che il supporto intermedio venga rotto al ribasso, con proiezioni fino ad area 1640/1653. Da un punto di vista operativo sarebbe preferibile intervenire short solo su recuperi almeno a 1765. Lo scenario dovrà essere rivisto solo in presenza di una chiusura su grafico daily superiore a 1804.

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