Si può investire nella New Space Economy? La risposta è si, è già possibile. Scopri come anticipare i tempi e cogliere le opportunità.
Negli ultimi 50 anni dello scorso millennio alcune nazioni, tra cui l’Italia, hanno reso possibile esplorare lo spazio e viverci per un periodo anche di un anno all’interno di una stazione spaziale (Iss). Nei primi 21 anni del nuovo millennio, quella che era un settore finanziabile solo dagli Stati attraverso il budget annuale o pluriennale, si è trasformato in un campo di conquista da parte di società private che spesso hanno fondi economici da spendere ben più vasti degli Stati stessi. È nata così la Space Economy, o meglio la New Space Economy.
Jeff Bezos con la Blue Origin, Elon Musk con la SpaceX si possono considerare le società di punta di questo grande cambiamento culturale, come fa osservare l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e se l’investitore che è in te non ha ancora compreso dove sta per lui il ritorno economico, lo invitiamo a seguire questa guida introduttiva alla New Space Economy e come investire in essa, per avere qualche nozione in più e concreta opportunità di guadagno.
Per ora le stelle della finanza sono apparse grazie alla tecnologia informatica che si è sviluppata qui sulla Terra, ma ora queste tecnologie spingono oltre i confini terrestri ed è lì che troveremo le stelle della finanza spaziale. Conviene prepararsi sin da ora.
“La Space Economy è la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti arriva fino alla generazione di prodotti e servizi innovativi ‘abilitati’ (servizi di telecomunicazioni, di navigazione e posizionamento, di monitoraggio ambientale previsione meteo, ecc). Essa rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni”. Così recita il Piano strategico Space economy dell’Italia datato 2016.
Questa citazione spiega bene cos’è la Space Economy e quanto anche l’Italia è pienamente coinvolta. Basti pensare che siamo tra i soci fondatori dell’Agenzia spaziale europea (Esa) e il terzo paese contributore, la nostra industria aerospaziale collabora strettamente con la Nasa da decenni ai più grandi progetti spaziali (Iss, Cassini, missioni su Marte, ecc.). Italia e Nasa hanno, inoltre, firmato un protocollo d’intesa del valore di 1 miliardo di dollari legato al progetto Artemis per riportare l’umanità sulla Luna.
Bezos inaugura a luglio del 2021 i viaggi turistici nello spazio intorno alla Terra della durata di circa 30 minuti. Nella stessa scia anche la Virgin Galactic (SPCE) che, però, dopo i voli di prova del 2019 non ha ancora annunciato voli con turisti spaziali a bordo della sua soluzione.
Elon Musk ha sogni più ambiziosi con Starship, il vettore spaziale sviluppato dalla SpaceX dovrebbe portare i primi turisti spaziali sulla Luna entro la metà di questo decennio, ma l’obiettivo è portare i turisti su Marte.
Serviranno nuovi servizi a terra per supportare i turisti e un giorno anche sulla Luna. E quando verrà realizzato il sistema di geolocalizzazione e di telecomunicazioni lunare (progetto Nasa ed Esa) e quest’ultimo sarà collegato alle reti di telecomunicazioni terrestri, sarà necessario fornire servizi di comunicazione Terra-Luna e viceversa.
Ecco, se queste sono solo le premesse è tuttavia indubbio che l’economia dello spazio è appena agli albori e non potrà che dare i suoi frutti più maturi nei prossimi decenni. Un giovane investitore farebbe bene a interessarsene sin da ora, anche se in molti gli daranno del visionario.
Secondo Solactive nel solo 2019 l’industria spaziale ha generato 518 miliardi di dollari di ricavi su dati Statista.com. E come fa notare Vontobel, la crescita dal 2009 al 2019 del fatturato globale è stata sostenuta, passando da poco più di 200 miliardi agli oltre 400 miliardi di dollari.
Dal momento che i primi turisti spaziali saranno uomini e donne miliardari o milionari, il turismo spaziale è destinato ad arricchire non poco il settore permettendo alle aziende di innovare più velocemente e di offrire nuovi servizi e opportunità di soggiorno nello spazio.
L’Italia è fortemente legata ai contributi pubblici per la realizzazione dei progetti e dei piani legati allo spazio.
L’Italia vanta una pluridecennale attività nell’industria e conta su oltre 200 imprese di settore. Tali aziende sono inserite all’interno di consorzi nazionali e internazionali e partecipano, attraverso bandi, ai maggiori progetti spaziali internazionali dell’Esa, della Nasa, Roscosmos, e di molte altre agenzie spaziali internazionali, oltre che della nostra Asi.
Il nostro paese è pienamente inserito nella Space Economy, ovviamente può farlo unendo le forze con altre nazioni.
Come fa notare l’Asi, la nostra industria spaziale è fortemente dipendente dalle risorse pubbliche. Le imprese italiane non hanno la forza di finanziare da sole progetti di grandi dimensioni e non esistono nel nostro paese imprenditori e/o investitori con grandi capitali interessati ad investire nella New Space Economy: si spera che ne arrivi qualcuno ovviamente.
Questo il Piano strategico italiano per la Space Economy, aggiornato al 2018.
Circa 1,5 miliardi di euro o poco meno, in 6 anni, del Piano nazionale di rilancio e resilienza (Pnrr) dovrebbe andare a beneficio della nuova economia dello spazio.
Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione:
Dopo alcuni spunti di riflessione e qualche dato numerico, veniamo al dunque. Come investire nella New Space Economy e trarne vantaggio già da oggi?
La via più semplice è investire direttamente nelle società del settore quotate in borsa come: Airbus Se (EAD), Boeing (BA), Viasat (VSAT).
Oppure puntare su nuovi strumenti appena nati come il Solactive Space Technology Index (ISIN: DE000VQ7N4G3) creato da Solactive AG e disponibile dal 21 maggio 2021.
L’indice traccia 20 delle principali aziende del settore della tecnologia spaziale quotate in borsa. In prevalenza sono società USA, ma due sono francesi e una giapponese. Hanno tutte lo stesso peso del 5% all’interno dell’indice e la composizione dell’indice viene rivista semestralmente.
Per esporsi sull’indice è disponibile da poco un Tracker Certificate emesso da Vontobel.
In alcuni investitori potrebbe essere presente il dubbio che questo processo possa essere reversibile. Il timore è giustificato dai precedenti storici del progetto Apollo chiuso per motivi politici, il rinvio del progetto di conquista di Marte per motivi economici, e così via.
Ma tutto ciò avveniva perché i finanziamenti dei progetti giungevano esclusivamente dagli Stati e quindi dalle tasse dei contribuenti.
La nuova economia dello spazio si basa invece sui privati in collaborazione con il pubblico, o del tutto scollegate da progetti statali.
Il turismo spaziale sarà il grande impulso alla New Space Economy, quello più atteso perché aprirà prospettive per certi versi imprevedibili. Ci trasformeremo in una società che trascorre il proprio tempo libero non più solo sulla Terra, ma anche oltre di essa.
Nasceranno nuove esigenze e dove ci sono nuove esigenze c’è sempre una idea imprenditoriale da sviluppare e concretizzare. Serviranno investimenti per realizzare i progetti imprenditoriali e qui si farà trovare sulla rampa di lancio l’investitore, pronto a cogliere le opportunità con annessi i rischi.
E se sei interessato a campi di investimento disponibili lungo la frontiera dell’innovazione, leggi anche come approfittare degli investimenti ESG.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.