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Economic Fitness and Complexity indicatore migliore del Pil: cos’è?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: May 17, 2022, 10:08 UTC

Cos'è l'Economic Fitness and Complexity e come funziona l'indicatore italiano, nuova disciplina economica e paradigma economico.

Economic Fitness and Complexity

Il professore Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021, lo ha ripetuto più volte che il Prodotto interno lordo (Pil) non può essere l’unico indicatore dello stato di benessere di una nazione.

E proprio dall’Italia sta arrivando la risposta con un nuovo indicatore conosciuto come Economic Fitness and Complexity (EFC), sviluppato dal professore Luciano Pietronero, prima all’Università la Sapienza di Roma e in seguito presso il Centro ricerche Enrico Fermi (CREF).

EFC è considerata dai suoi ideatori come una disciplina economica in grado di dare una risposta più complessa e scientifica alla domanda: qual è lo stato di salute economica di questo Paese?

L’assunto degli ideatori della Fitness è semplice, come nella medicina non esiste una unica cura per tutte le patologie e solo dopo aver analizzato la patologia si procede con la cura, così anche la nuova disciplina economica cerca un approccio personalizzato per capire lo stato di salute economica di una nazione.

Non è una nuova “stregoneria” economica, l’Unione Europea ha deciso di affidarsi all’Economic Fitness and Complexity per calcolare con precisione l’efficacia del Piano di Recupero e Resilienza (PNRR), applicato dalle varie nazioni dell’Ue che hanno richiesto l’accesso ai fondi europei messi a disposizione dal Piano Next Generation EU.

Vediamo quindi cos’è l’Economic Fitness and Complexity e perché può essere un indicatore migliore del Pil nel capire lo stato di benessere economico di una nazione.

Cos’è l’Economic Fitness and Complexity?

Per capire cos’è l’Economic Fitness and Complexity bisogna partire dalla sua origine. L’Economic Fitness nasce da un programma di ricerca congiunto tra il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma e l’Istituto dei Sistemi complessi del CNR che si occupa della complessità dei sistemi economici.

La prima realtà finanziaria ad accorgersi del metodo e ad applicarlo è stato l’International Finance Corporation (IFC) facente parte della Banca Mondiale.

Dunque, cos’è l’Economic Fitness and Complexity? L’Economic Fitness è una “disciplina economica che usa e sviluppa le moderne tecniche di analisi dei dati per costruire modelli economici basati su una metodologia scientifica riconducibile alla fisica dei sistemi complessi e rigorosamente misurabili e testabili”, (fonte: cref.it).

Da notare che gli studi di fisica dei sistemi complessi hanno permesso al professore Parisi di ricevere il premio Nobel per la Fisica.

Il gruppo di ricercatori che ha sviluppato la Economic Fitness and Complexity fonde:

  • le conoscenze di ricercatori internazionali dei sistemi complessi e dinamici;
  • competenze avanzate nelle tecniche di machine learning;
  • lo studio delle reti.

A questo pool eterogeneo di scienziati, si affiancano ricercatori con una formazione economica tradizionale.

Come funziona l’Economic Fitness and Complexity?

Vediamo come funziona l’Economic Fitness and Complexity più nel dettaglio. La EFC non si basa su teorie economiche ideologiche, punta piuttosto sulla valutazione di problemi specifici e concreti, e fa ricorso a dati presi dalla realtà con un approccio data based e bottom up.

L’approccio acquisisce i dati di crescita storica dei Paesi usando metodi di:

  • Complex Networks;
  • Algoritmi;
  • Machine Learning.

Il metodo, quindi, supera i precedenti paradigmi economici basati su una pura ricerca economica e socio-economica, che spesso portava (e ancora oggi conduce) i sostenitori di varie teorie economiche a contrapporsi ideologicamente.

Grazie a un approccio che si basa su dati concreti, e utilizzando le nuove tecnologie informatiche, la Fitness sgombra il campo dalle visioni parziali (e di parte) per offrire alla comunità risultati più oggettivi.

L’approccio ha sviluppato un metodo così capillare da poter essere applicato anche a gruppi sociali più ristretti come possono essere le regioni o le province, e le grandi città. Ma anche i settori industriali possono essere analizzati dal metodo economico Fitness.

Le caratteristiche dell’Economic Fitness and Complexity

L’approccio scientificamente rigoroso basato anche sulle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics), offre al decisore politico una fotografia dello stato economico della nazione che governa:

  • più precisa;
  • trasparente (nessuna ideologia personale o di parte ha influenzato le conclusioni);
  • adattabile alle esigenze del territorio perché si parte dal basso (bottom up), evitando di calare dall’alto soluzioni economiche preconfezionate.

Qual è la teoria migliore per garantire lo sviluppo economico di una regione geografica? Questa domanda, e il dibattito che ne consegue ogni qualvolta ci si pone questa domanda, viene superata dal nuovo paradigma economico Economic Fitness and Complexity.

Un paradigma economico, la Fitness, che semplicemente afferma l’inesistenza di una teoria economica univoca migliore delle altre e capace meglio delle altre di risolvere i problemi di benessere economico di un territorio.

Quali sono i risultati concreti dell’Economic Fitness and Complexity

Abbiamo appreso cos’è e come funziona l’Economic Fitness and Complexity, ma quali sono i risultati che ha raggiunto questo nuovo paradigma economico sviluppato in Italia?

Il metodo Fitness è stato testato nel dettaglio nel corso degli anni e messo a paragone con le stime di crescita fornite dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel suo Outlook periodico.

Ebbene il metodo Economic Fitness ha sempre restituito stime migliori rispetto a quelle rilasciate dal FMI.

Anche Bloomberg Views (ora Bloomberg Opinion) ha valutato la Fitness come una tecnica di analisi delle performance economiche di un paese migliore di altri metodi standard, nonostante richieda l’uso di un quantitativo più ridotto di dati.

Meno speculazione e più etica. L’approccio per chi cerca crescita di lungo periodo

La Fitness potrebbe essere vista dall’investitore come una metodologia economica che ricerca la crescita di lungo periodo, e per questo può interessare maggiormente gli investitori con una prospettiva temporale ampia, interessati alla crescita costante nel tempo, alla stabilità e alla dimensione etica del benessere. Quest’ultimo è uno dei tre pilastri degli investimenti ESG.

Come scrive il Cref, “la Fitness Economica rappresenta una misura sintetica e scientifica del grado di competitività delle capacità di produrre prodotti e servizi”.

La speculazione viene marginalizzata da questo approccio, per favorire l’investimento finanziario etico che appunto guarda piuttosto allo sviluppo delle capacità di un’area geografica, di un settore industriale o di una singola società.

La metodologia, infatti, può essere applicata a qualsiasi settore produttivo e ottenere valutazioni accurate basate su metodi di machine learning.

Passare dall’idea alla produzione

La Fitness sarà applicata al PNRR italiano grazie al suo approccio granulare, a partire dalle pubblicazioni delle ricerche scientifiche, passando per lo sviluppo delle tecnologie attraverso i brevetti.

Il metodo permetterà di capire come passare dalla ricerca alle tecnologie e da qui alla realizzazione dei prodotti e dei servizi da fornire ai cittadini e consumatori.

La Fitness, quindi, affronterà il delicato tema del trasferimento tecnologico che in Italia è in gran parte inceppato da decenni. L’Italia, infatti, pur potendo contare su una ricerca scientifica di base eccellente e riconosciuta internazionalmente, manca della capacità di trasferire le scoperte scientifiche nel mondo reale vissuto dagli italiani.

Disuguaglianze territoriali e sociali potranno essere, si spera, superate applicando il nuovo paradigma economico dell’Economic Fitness and Complexity liberando quel potenziale inespresso dei territori italiani, che si rifletterà in una maggiore e migliore crescita economica dell’intero sistema paese.

La crescita omogenea di tutti i territori italiani sarà un vantaggio per gli azionisti e gli investitori che investono nel mercato finanziario italiano. Infatti, se il tessuto economico italiano cresce in modo omogeneo e lo fa su basi solide, ne beneficerà anche la finanza.

Dall’economia reale alla finanza, bottom up, piuttosto che crescite artificiali basate su speculazioni del momento che portano, come sappiamo e costatiamo sempre più di frequente, a conseguenze economiche drammatiche quando il sistema speculativo s’inceppa da qualche parte.

Per approfondire: www.economic-fitness.com/it.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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