Come investire nella nautica italiana? Guida agli investimenti nella nautica da diporto con Ferretti, Sanlorenzo, The Italian Sea Group e le altre.
Come investire nella nautica italiana? E soprattutto: conviene investire nel settore nautico italiano? Attraverso questa guida proviamo a capire lo stato del settore nautico in Italia, per poi presentare le principali società del settore quotate alla Borsa di Milano e non.
Forniremo i dati più recenti sullo stato di salute del settore e le innovazioni già in commercio che possono dare alla nautica del Bel Paese un vantaggio competitivo per i prossimi anni.
Se consideriamo la sola nautica da diporto italiana, i dati indicano che l’export di imbarcazioni e panfili (yacht) a giugno 2023 ha toccato il massimo storico di 3,74 miliardi di euro. L’Italia si è dunque collocata al primo posto nel mondo tra i paesi esportatori di nautica da diporto.
Sono i dati presentati al Salone Nautico di Genova, che ricordano come nel 2022 l’incremento di fatturato si è attestato al +20% per un valore di 7,33 miliardi di euro.
I dati sono contenuti nell’edizione 2023 di “Nautica in Cifre – LOG”, l’annuario statistico realizzato dall’Ufficio studi di Confindustria Nautica in collaborazione con Fondazione Edison.
L’Italia rappresenta al momento il 50% degli ordini mondiali di yacht e imbarcazioni da diporto. Dunque un punto di riferimento.
Anche l’occupazione è salita a 28.660 addetti, con un trend positivo del +8,8% rispetto al 2022.
Per quanto riguarda il contributo della nautica al Pil nazionale, nel 2022 è stato di 6,1 miliardi di euro, con un rapporto passato dal 2,89% del 2021 al 3,23% nel 2022. Un aumento che si conferma costante ormai dal 2013 e in aumento sostenuto nel post pandemia.
Per quanto riguarda l’export della nautica da diporto, l’Italia nel 2022 aveva toccato il 18,3% del dato globale. Da sottolineare che l’esportazione di imbarcazioni da diporto rappresenta l’88% della produzione cantieristica nazionale.
Le aree geografiche che acquistano di più sono gli Stati Uniti al primo posto (+57%), seguiti dal Regno Unito che raddoppia l’import di panfili italiani e imbarcazioni (+108%).
La ricerca sopra menzionata indica anche alcuni rischi di cui bisognerà tenere conto. Anzitutto bisogna considerare il boom post pandemico di una domanda di imbarcazioni repressa durante il 2020, che si è riversata sui due anni successivi e anche sul 2023.
Inoltre vanno considerate le congiunture macroeconomiche internazionali. I tassi di interesse a livelli storici possono scoraggiare l’acquisto di imbarcazioni attraverso l’accesso al credito.
Senza dimenticare l’inflazione, che colpisce i costi di produzione delle imbarcazioni e ancor più il carburante necessario a rifornire i motori delle imbarcazioni (in particolare i grandi yacht). Fattore quest’ultimo che potrebbe spingere i nuovi acquirenti verso i motori ibridi.
Passiamo alle innovazioni nella nautica da diporto presentate al 63° Salone Nautico di Genova. Il tema della sostenibilità ambientale riguarda anche il trasporto in mare e la nautica per privati non è immune dal cambiamento: il Salone Nautico lo ha confermato.
Naval Motor Botti, ad esempio, ha presentato un nuovo motore ibrido diesel/elettrico con pacchi batteria per la conservazione dell’elettricità da utilizzare al momento giusto.
AS Labruna ha invece presentato un nuovo piccolo motore completamente elettrico da 10 kW con un sistema di raffreddamento ad acqua. Il sistema è equipaggiato con 2 batterie per un totale di 5 kWh.
Sempre al Salone Nautico è stata presentata una nuova imbarcazione da gara il cui scafo è costruito con materiale completamente riciclabile. Il progetto è una collaborazione tra Sangiorgio Marine e Northern Light Composites.
Azimut|Benetti Group, invece, a giugno 2023 ha firmato un accordo con Eni per l’utilizzo nei suoi motori di biocarburante HVOlution prodotto con 100% di materie prime rinnovabili. Un accordo volto alla decarbonizzazione del settore della nautica da diporto.
Le imbarcazioni non sono soltanto motori e materiali costruttivi per gli scafi di ultima generazione, ma anche arredo degli interni.
Per l’arredo dei motoscafi di lusso e dei panfili le società cantieristiche si affidano ad architetti di interni nazionali e internazionali. Nel processo sono pienamente coinvolte numerose società artigiane italiane, a cui viene affidato il compito di fabbricare gli interni delle imbarcazioni da diporto: mobili; divani; cucine; letti; specchi; finestre; ecc.
Dunque il mondo della nautica è assai vasto e coinvolge un ampio insieme di professionalità: esperti dei materiali; architetti; artigiani; impiantisti; ingegneri.
Ma come investire nella nautica italiana nel concreto? Alcune delle principali società del settore sono quotate alla Borsa di Milano. Tra queste troviamo le seguenti società.
La nautica da diporto italiana ha al suo interno molte altre aziende storiche che non sono quotate in Borsa e tuttavia producono panfili di lusso da decenni se non da secoli.
Tra queste citiamo la Azimut|Benetti Group che detiene i marchi Azimut, Benetti Nautica, Yachtique e Lusben.
Poi troviamo anche Baglietto 1854 che produce imbarcazioni dai 100 piedi e più. La società ha sviluppato BZERO, un sistema che prevede l’implementazione di un modulo di produzione di idrogeno che utilizza l’acqua di mare filtrata e deionizzata per produrre idrogeno con grado di purezza 5.0. La potenza erogata dal sistema è di circa 55 kW. L’energia per la produzione dell’idrogeno proviene dai pannelli fotovoltaici e da rete elettrica primariamente, a cui si aggiunge un tradizionale motore diesel.
Confindustria Nautica è il punto di riferimento delle grandi, medie e piccole imprese della nautica italiana. Il portale è già di per sé un utile strumento da cui attingere informazioni, ma se la tua intenzione è conoscere in modo approfondito il settore nautico allora dovrai scaricare i report periodici.
Infatti, Confindustria Nautica elabora periodicamente report sulla nautica italiana e internazionale che potrai scaricare visitando il sito https://lanauticaincifre.it. Per scaricare la documentazione dovrai chiedere l’accesso alle pubblicazioni.
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Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.