Pubblicita'
Pubblicita'

Associazione Bancaria Italiana (ABI): Come funziona e Compiti

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Sep 19, 2019, 10:47 UTC

Associazione Bancaria Italiana (ABI), come funziona l'associazione e quali sono i suoi compiti nel sistema bancario italiano. Alla scoperta di una istituzione che ha 100 anni di storia.

Associazione Bancaria Italiana (ABI)

Sei qui perché vorresti saperne di più su cos’è l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), come funziona e quali compiti assolve nel sistema bancario italiano.

In un’altra guida avevamo scritto a proposito del ruolo della Banca d’Italia e della Consob, e in un articolo separato avevamo descritto le funzioni del Fondo Interbancario di tutela dei depositi (Fitd).

Con questa guida rapida e chiara sul ruolo dell’Associazione Bancaria Italiana, in un certo senso chiudiamo il cerchio intorno al sistema bancario italiano.

Iniziamo quindi dal capire cos’è l’ABI.

Cos’è l’Associazione Bancaria Italiana (ABI)

L’ABI, l’Associazione delle banche italiane, è una associazione senza scopo di lucro a cui le banche aderiscono su base volontaria.

La missione dell’Associazione Bancaria Italiana è la promozione della conoscenza e la realizzazione di un mercato libero e concorrenziale tra le banche, la sana e prudente gestione bancaria, promuove la cultura della legalità.

L’ABI protegge e rappresenta gli interessi legittimi delle banche associate e tutela la reputazione e l’immagine delle banche.

Come associazione volontaria di banche e intermediari finanziari, l’ABI non ha un ruolo nelle attività delle singole banche, anche perché non possiede nessuna delle banche a essa associate e non può accedere alle banche dati dove sono custoditi i dati finanziari dei clienti di codeste banche.

L’ABI, quindi, non riceve comunicazioni da parte dell’autorità di vigilanza.

Questa in sintesi la definizione dell’ABI, come viene suggerita sul sito web ufficiale www.abi.it.

Conosciamo ora la storia dell’ABI.

Storia dell’Associazione Bancaria Italiana

L’ABI nasceva a Milano il 13 aprile 1919 (ha quindi 100 anni di storia) e veniva fondata dai rappresentanti di 53 banche di allora.

La sua nascita si collocava nel solco dell’associazionismo economico e creditizio che maturò in Italia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

L’attività dell’ABI si avvalse della collaborazione delle associazioni di banche già esistenti all’epoca della sua costituzione, ovvero:

  • Banche popolari (sorta nel 1876);
  • Casse di risparmio (sorta nel 1911);
  • Casse rurali e artigiane (sorta nel 1915).

L’Associazione Bancaria, a differenza delle associazioni appena menzionate, sin da subito si distinse per un taglio più ampio e generale. Il suo obiettivo era ed è, abbracciare l’intero settore bancario e creditizio italiano, ma anche darsi un ruolo internazionale.

Tra il 1919 e il 1925, al termine della prima guerra mondiale, l’ABI svolgeva subito un ruolo storico fondamentale. Essa si occupava dei problemi relativi alla stipula e all’esecuzione dei trattati di pace.

Nello stesso periodo partecipava alla creazione della Camera di commercio internazionale e si collocava in una posizione preferenziale riguardo al ruolo degli USA nella ricostruzione dell’Europa.

Il Bollettino economico-finanziario

L’Associazione pubblicava a cadenza regolare il Bollettino economico-finanziario, una rivista a carattere scientifico che diventò punto di riferimento anche quando cambiò nome in Rivista Bancaria.

L’epoca fascista

A partire dal 1926 l’ABI diventava Confederazione generale bancaria fascista. Nel periodo del fascismo perde, col passare degli anni, il carattere di libertà che l’aveva contraddistinta alla nascita. A nulla valse il tentativo di scorporare l’attività tecnico economica costituendo nel ‘36 una Associazione autonoma a Milano, poiché nel ‘37 fu sciolta.

Il secondo dopoguerra

L’ABI si ricostituiva nel 1945 a seguito di un referendum tra le banche del Paese, e assunse di nuovo quel carattere di associazione generale a tutela dell’intero settore.

La Rivoluzione degli anni ‘90

Nel 1990 entrava in vigore la norma Amato-Carli, che poneva fine alle banche di stato trasformandole in imprese private.

Gli anni novanta diventano uno spartiacque per il sistema bancario italiano, perché con la costituzione del mercato unico europeo nel 1993, le banche dovettero mutare la loro natura per adeguarsi al progetto di unione monetaria che diede vita alla Banca Centrale Europea.

Le sedi dell’ABI

Fondata a Milano, la sede principale è ora a Roma in piazza del Gesù. A Milano resta la sede in via Locatelli.

Come scritto l’Associazione delle banche italiane ha un carattere internazionale, e le sedi di Bruxelles e di Francoforte, in particolare, esprimono la vicinanza dell’associazione alle istituzioni europee.

Come funziona l’ABI: Organi e Struttura

L’ABI ha una serie di Organi che ne gestiscono il corretto funzionamento, essi sono:

  • l’Assemblea;
  • il Consiglio;
  • il Comitato esecutivo;
  • il Presidente;
  • il Comitato del collegio sindacale;
  • il Direttore generale;
  • i Probiviri.

Accanto agli organi principali vi sono poi gli organismi tecnici: le Commissioni regionali, i Comitati tecnici ed i Gruppi di lavoro.

L’Assemblea dei soci viene convocata dal Presidente dell’ABI attraverso un avviso di convocazione. Ma è il Consiglio costituito da ben 90 membri a reggere l’Associazione: essi sono eletti ogni due anni.

Dal Consiglio scaturisce il Comitato esecutivo, composto dal Presidente e da 30 membri.

Il Presidente dura in carica 2 anni e a scadenza è rieleggibile per un solo altro mandato. Accanto al presidente il Comitato di presidenza che aiuta quest’ultimo nello svolgimento delle sue competenze e prepara le riunioni.

Il Collegio sindacale è eletto dall’Assemblea e si compone di cinque membri di cui 3 sono quelli effettivi.

Il Direttore generale esegue le delibere del Consiglio.

I Probiviri, eletti dall’Assemblea degli associati, sono 5, scelti fra personalità di comprovata competenza e esperienza.

La struttura dell’ABI

La struttura esecutiva dell’ABI si divide in direzioni. Alla vice Direzione generale il compito di coadiuvare il Direttore generale e di coordinare una serie di Uffici (studi, rapporti con le associazioni dei consumatori, credito, mercato dei capitali, ecc.).

Vi è poi la Direzione relazioni europee, che ha la responsabilità di promuovere gli interessi delle banche italiane all’interno del Parlamento Europeo e nelle altre istituzioni comunitarie.

La Direzione relazioni istituzionali e media, si occupa delle comunicazioni istituzionali, ma anche della valorizzazione della reputazione del mondo bancario italiano e dell’Associazione stessa.

Vi sono poi altre direzioni come quella Sindacale e del lavoro; la Direzione amministrazione.

La struttura regionale dell’ABI

L’Associazione Bancaria Italiana ha delle sedi di rappresentanza regionali e nelle provincie autonome di Trento e di Bolzano. Esse hanno come scopo la rappresentanza dell’ABI nelle attività di relazione con le autorità e gli uffici della regione o della provincia autonoma. Ma entra in relazione anche con le organizzazioni degli imprenditori locali.

L’ABI e l’impegno culturale

L’Associazione Bancaria Italiana è anche impegnata nella diffusione della cultura e non solo bancaria. L’ABI si occupa della Biblioteca Siglienti, e cura il Festival della Cultura Creativa.

A sostegno dei giovani l’ABI istituisce premi e borse di studio anche in collaborazione con altre realtà. Le borse di studio e i premi sono incentrati su progetti in ambito economico, bancario e finanziario.

L’ABI Lab

L’ABI Lab è il Centro di ricerca e innovazione per la Banca promosso dall’ABI. Si tratta di un centro di alta ricerca che porta le banche italiane a collaborare insieme per lo sviluppo dell’infrastruttura tecnologica, e per contribuire all’aggiornamento del quadro normativo in un contesto tecnologico in continua evoluzione.

Concludendo

L’influenza dell’Associazione Bancaria Italiana, come hai potuto comprendere, va ben oltre la rappresentanza delle banche a essa associata. L’ABI svolge un ruolo culturale, formativo delle nuove generazioni, di ricerca, ma anche di rappresentanza degli interessi delle banche associate presso l’Unione Europea.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'