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Andare in pensione con un reddito soddisfacente: il supporto degli investimenti

Da
Fabio Carbone
Pubblicato: May 4, 2025, 05:51 GMT+00:00

Andare in pensione con un reddito soddisfacente, vediamo quale supporto gli investimenti nei mercati finanziari possono dare alle persone come te.

Andare in pensione con un reddito soddisfacente

Andare in pensione con un reddito soddisfacente è possibile? Diciamolo pure francamente, per molte persone che appartengono alle generazioni più recenti la pensione è quasi un miraggio.

Ecco perché è importante affiancare a quella che sarà la pensione erogata dall’INPS, o da altro ente previdenziale, un piano pensionistico complementare supportato da risparmi e da investimenti.

Il nostro obiettivo qui è quello di presentare varie opzioni disponibili, che possano interessare diversi tipi di persone e con profili di propensione o avversione al rischio differenti.

Ci occuperemo quindi di analizzare le opzioni di risparmio, le forme di pensione complementari e integrative, i piani individuali pensionistici e le altre forme di investimento che possano supportare la pensione personale.

Andare in pensione con un reddito soddisfacente: risparmio o investimento?

Chi ha una totale avversione al rischio non potrà optare per alcuna forma di investimento, perché qualsiasi tipo di investimento è a rischio. Potrà sembrare assurdo, ma anche i Titoli di Stato italiani o di altri paesi europei sono a rischio e infatti sono “catalogati” come forma di investimento.

Per risparmio si intende quindi l’apertura di un libretto postale per allocare il denaro nei buoni fruttiferi, oppure aprire un conto di deposito su cui versare periodicamente del denaro. Sono tutte opzioni valide, anche se spesso con bassi rendimenti che non saranno in grado neanche di coprire l’inflazione.

I Titoli di Stato sono una valida alternativa per chi è poco incline a prendersi dei rischi. I Titoli di Stato italiani, ed europei in genere, sono principalmente denominati in euro e dunque non c’è il rischio di cambio, inoltre sono emessi da Stati solidi e con rating sul debito sicuro.

Gli investimenti in azioni, in obbligazioni corporate, in ETF e altre classi di attivo, rappresentano invece il mondo degli investimenti. Qui il rischio c’è e viene identificato da una scala che va da 1 (rischio più basso) a 7 (rischio più alto).

Le azioni, ad esempio, sono quasi sempre classificate con rischio medio-alto.

Pensione complementare o integrativa: per andare quasi sul sicuro

La cosiddetta pensione complementare o integrativa è quella erogata dai fondi pensione. Essi servono a integrare la pensione obbligatoria e prevedono dei versamenti mensili o annuali.

Per ottenere il capitale investito sono necessari almeno cinque anni di partecipazione al fondo, dunque è opportuno scegliere questo tipo di “pilastro” pensionistico con largo anticipo rispetto alla data di pensionamento previsto.

I fondi pensione sono di vario tipo, in generale investono in:

  • Valute straniere;
  • Conti di deposito;
  • Titoli di Stato;
  • Azioni;
  • Obbligazioni;
  • ETF;
  • Derivati.

Alcuni fondi prediligono forme di investimento con profili di rischio basso o moderato, altri sono più “aggressivi” per provare a dare al sottoscrittore un rendimento più elevato.

Ovviamente non mancano i rischi, poiché un fondo pensione è pur sempre un fondo comune di investimento. Bisogna quindi fare massima attenzione al tipo di fondo a cui si sceglie di aderire. Meglio se hanno una sede legale in Italia e sono dunque soggetti al controllo delle autorità di vigilanza italiane.

Il Piano individuale pensionistico (PIP)

Il Piano individuale pensionistico, in breve PIP, è una previdenza complementare di tipo assicurativo. L’individuo aderisce a un piano previdenziale complementare privato, istituito da imprese di assicurazione.

Il patrimonio in gestione a un PIP è separato rispetto a quello dell’impresa e serve esclusivamente a pagare le prestazioni agli iscritti.

Anche in questo caso esistono PIP con profili di rischio differenti, al fine di adattarsi alle diverse propensioni al rischio dei sottoscrittori.

Per quanto riguarda i rischi, è bene affidarsi a società con sede legale in Italia e che siano sotto la vigilanza dell’IVASS (ex ISVAP).

I Piani di accumulo del capitale (PAC) vanno bene a fini pensionistici?

I Piani di accumulo del capitale (PAC) non sono strettamente pensati per finalità pensionistiche, tuttavia il loro obiettivo di lungo periodo li rende una opzione percorribile anche per chi intende preservare le proprie capacità economiche al termine della vita lavorativa.

Un PAC prevede dei versamenti mensili, o secondo altri tipi di cadenza, proprio come avviene per un PIP. Tuttavia un PAC è uno strumento di investimento più “aggressivo” e che spesso investe in fondi negoziati in borsa (ETF).

Inoltre, un PAC è gestito da una società di investimenti (un asset manager) che prevede dei costi di gestione.

Come scrivevamo in una guida dedicata è anche possibile crearsi un PAC fai da te, cioè in autogestione. Significa acquistare periodicamente azioni o ETF azionari (ma anche obbligazionari) con l’intento di detenere tali asset sul lungo periodo.

In quest’ultimo caso è però fondamentale curare con attenzione il portafoglio finanziario che via via si viene a costituire. In alcune fasi di mercato potrebbe infatti diventare favorevole vendere, così da contenere i rischi dovuti ai fisiologici cali di Borsa che si verificano ciclicamente.

Reddito soddisfacente in pensione: crearsi un “fondo pensione” fai da te

Ed ecco un’ulteriore soluzione fai da te, ovviamente non priva di rischi quando si parla di investimenti. Ciascuno di noi può creare un proprio “fondo pensione” fai da te personale.

Mettiamo tra virgolette “fondo pensione” poiché, essendo un qualcosa di totalmente privato e creato per se stessi, il nome più appropriato sarebbe quello di portafoglio finanziario per l’età della pensione.

Il portafoglio finanziario potrebbe includere:

Quello appena elencato è solo un esempio di tipi di asset che si potrebbero inserire in tale portafoglio finanziario pensionistico. I più smaliziati potrebbero anche decidere di aggiungere azioni statunitensi o giapponesi, o di altra nazionalità. In quest’ultimo caso è importante considerare anche il rischio di cambio (ad esempio, da euro a dollaro e viceversa).

Pensione fai da te: necessario il ribilanciamento periodico

Quando si decide di costituire un piano pensionistico gestito da un asset manager, e ancor di più quando si opta per la pensione fai da te con gli investimenti, è bene tenere presente che i mercati finanziari vivono momenti di alto e di basso.

Dunque è importante arrivare alla soglia dell’età della pensione con pochi asset di rischio nel portafoglio, poiché potrebbe capitare che proprio nel periodo in cui stiamo per lasciare il lavoro ecco palesarsi un evento economico avverso che spazza via anni di accumulo di denaro.

Ecco perché con la pensione fai da te e con i piani di investimento cumulativi, è bene sempre ribilanciare periodicamente. Il ribilanciamento dovrebbe avvenire quando un determinato asset ha raggiunto una crescita per noi soddisfacente.

Prendiamo come esempio le azioni di Intesa Sanpaolo (ISP) acquistate a giugno 2020 al prezzo di 1,67€ per azione. Dopo quasi cinque anni (rilevazione 3 maggio 2025) le azioni hanno raggiunto i 4,7545€ per azione, cioè quasi il triplo del valore d’acquisto. Vendere il titolo per incassare la plusvalenza significherebbe reinvestire il capitale iniziale più il guadagno su un altro titolo a sconto, ma potenzialmente previsto in crescita nei prossimi anni.

Concludendo

Andare in pensione con un reddito soddisfacente è possibile a tutti, se si mettono soldi da parte (non importa quanto, anche poco). In base alla propria propensione al rischio è possibile optare per le semplici forme di risparmio, oppure per gli investimenti.

Per quanti fossero interessati a investire consapevoli di rischi più elevati, possono iniziare a fare trading su un broker fidato.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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