Negli ultimi giorni il greggio WTI si è mosso al rialzo rompendo al di sopra dei 94$ e portando lo spread tra i due combustibili a soli 3$, scenario che
I trader hanno mostrato una forte preoccupazione per l’eccesso delle scorte e per i deboli numeri economici provenienti dai principali consumatori mondiali di greggio. L’indice HSBC dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero si attesta su quota 50,2 contro i 50,5 della lettura precedente. Nel mese di settembre i dati relativi all’inflazione dell’Eurozona postano i minimi dal periodo peggiore della crisi finanziaria, mentre, stando a quanto riportato dal Conference Board, negli Stati Uniti la fiducia dei consumatori è scesa bruscamente nel mese di settembre. Inoltre, la produzione industriale giapponese registra un forte calo.
Detto questo, altri fattori esercitano una forte pressione ribassista sul mercato del greggio. Tra questi segnaliamo il recente rapporto rilasciato da Reuters che mostra come nel mese di settembre la produzione di greggio OPEC abbia colpito un picco di due anni sul retro di una forte esportazione della Libia e dell’Arabia Saudita. Ricordiamo, inoltre, come i prezzi della benzina abbiano subito un forte ribasso e come l’inventario degli Stati Uniti (relativo al 25 settembre) si attesti in prossimità dei massimi quinquennali a 358 milioni di barili. Detto questo, la produzione di gas di scisto continua ad incrementare le scorte.
In un quadro internazionale i prezzi del greggio postano i minimi degli ultimi due anni, il greggio WTI registra il più grande calo giornaliero dal 2012, mentre i prezzi della benzina raggiungono i minimi degli ultimi tre mesi. Ricordiamo come i prezzi del greggio negli Stati Uniti e in Europa siano controllati da fine giugno, ovvero da quando le esportazioni provenienti da Medio Oriente, Africa e Stati Uniti hanno inondato il mercato sul retro delle forti preoccupazioni riguardanti una possibile interruzione delle forniture. Martedì, i future della benzina RBOB si muovono al ribasso sulla borsa di New York postando un calo del 4%.
Il gas naturale chiude inaspettatamente il mese a 4,125$ su retro di un cambiamento delle temperature climatiche che hanno incrementato la domanda di cherosene. Tuttavia, questa mattina, il gas naturale si muove leggermente al ribasso poiché le previsioni meteorologiche hanno mostrato un aumento delle temperature. Detto questo, l’arrivo dell’inverno dovrebbe incrementare la domanda pertanto non escludiamo la possibilità di assistere ad un nuovo rimbalzo.