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Vivendi al vaglio della Procura di Milano

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Feb 24, 2017, 13:46 GMT+00:00

La notizia era nell’aria, ma la conferma è arrivata. I due vertici di Vivendi sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, che

Mediaset-Vivendi

La notizia era nell’aria, ma la conferma è arrivata.

I due vertici di Vivendi sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, che contesta loro la violazione dell’art. 501 del Codice Penale, recante disposizioni in merito di “Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio”.

Al secolo, aggiotaggio.

Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine, rispettivamente presidente e ad del colosso francese operante nell’ambito delle telecomunicazioni, dovranno chiarire la loro posizione in merito all’acquisto di azioni Mediaset con cui Vivendi ha aumentato la propria partecipazione nel Biscione arrivando a detenere fino al 28,8%.

L’indagine della procura milanese prende le mosse dalla querelle generata dal dietrofront operato da Vivendi della scorsa estate con cui la multinazionale d’oltralpe comunicava la propria intenzione di rompere l’accordo con Mediaset stipulato pochi mesi prima con cui le due società si scambiavano il 3,5% del capitale azionario.

Secondo Fininvest, azionista di maggioranza di Mediaset, il gruppo di Bolloré “avrebbe creato le condizioni per far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset” al fine di “lanciare la scalata a prezzi di sconto”.

Se la società guidata da Fedele Confalonieri avesse ragione, sarebbe integrata la fattispecie incriminatrice dell’art. 501 del Codice Penale, con conseguenze pesanti per la società tlc francese.

Giova ricordare che Vivendi è il maggiore azionista di Telecom con il 24,68% e il secondo di Mediobanca con l’8% (Unicredit detiene l’8,56%).

Tali partecipazioni sono state prese di mira da più parti, sostenendo come Vivendi avesse in mano i poteri forti e si avvalesse del loro appoggio per dar luogo ai propri propositi.

Al riguardo si è espresso De Puyfontaine: “Non controlliamo né Mediaset né Telecom, abbiamo preso con gli advisor i primi contatti con l’Agcom, attendiamo per illustrare le nostre ragioni”.

Pur confermando la collaborazione con gli organi di vigilanza in merito all’indagine che li coinvolge, l’ad di Vivendi auspica che vi sia ancora margine per trattare, non divulgando dati per motivi legali: “Mediaset è una società quotata: siamo in un periodo di transizione e non posso dare dettagli, comunque a fine anno abbiamo deciso di acquistare questa quota dopo intense discussioni. Vogliamo ancora costruire forti relazioni industriali, che rientrano nella nostra strategia di puntare sull’Europa del Sud”.

 

Le malelingue affermano di come il miliardo e trecento milioni speso per innalzare la propria quota in Mediaset faccia il paio con i 600 milioni di euro erogati l’anno precedente per l’acquisto delle azioni Telecom, con l’obiettivo di rilevare asset strategici in seno al Bel Paese.

 

La partita si gioca sul piano della legalità e sembra che si protrarrà bel al di là dei novanta minuti regolamentari.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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