L'Osservatorio Vinitaly contabilizza 23 milioni di ettolitri di vino consumati in Italia nel 2018: +2.8% rispetto al 2017. I vini italiani a confronto con l'Agricoltura. e i cambiamenti climatici.
Cresce del 2,8% il consumo di vino in Italia nel 2018, la notizia arriva dal Vinitaly di Verona in corso fino al 10 aprile ed è una stima elaborata dall’Osservatorio Vinitaly – Nomisma Wine Monitor che ha elaborato i dati provenienti dal consumo nei ristoranti e nei bar e gli acquisti presso i supermercati italiani.
Il mercato del vino in Italia nel 2018 vale quindi 14,3 miliardi di euro, per un volume di ettolitri di vino venduto pari a 22,9 milioni.
Il Vigneto Italia come viene definito l’insieme delle terre agricole del nostro paese coltivate a vigneti, è un distretto della green economy grande 650 mila ettari, dove i viticoltori tramandano da generazioni 406 vini a denominazione. Sono ben 310 mila le aziende del settore e danno lavoro a decine di migliaia di persone ogni anno.
L’indagine Vinitaly – Nomisma si spinge oltre i confini nazionali per analizzare i consumi degli altri grandi produttori internazionali.
Il consumo di vini in Italia è, per valore, quarto rispetto alle maggiori nazioni produttrici e consumatrici. Siamo dietro solo a:
Il presidente di Veronafiere spa, Maurizio Danese, ha commentato i risultati affermando che è la prima volta che viene “stimato il valore al consumo del primo mercato al mondo per i nostri produttori. Il dato, che supera i 14 miliardi di euro, la dice lunga su quanto il settore impatti non solo sulla filiera ma anche sui servizi e sull’Horeca”.
Al Vinitaly, in corso presso il Veronafiere, si è parlato anche di applicazione delle nuove tecnologie al settore.
Secondo il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ci sono alcune criticità da superare e sono di carattere politico ma anche culturale. Il secondo in particolare è un fattore legato agli operatori del settore, che non devono vedere la viticoltura “IT” come contraria alla “tradizione o riservata alle grandi aziende, ma un’opportunità per rilanciare la competitività di tutto il comparto e per favorire la crescita e l’occupazione dell’agricoltura”, ha detto Giansanti alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio.
Gli investimenti restano centrali, lo afferma Sandro Boscaini presidente Federvini. Le aziende del comparto hanno investito molto nel vigneto, nelle cantine e sul mercato. Boscaini ricorda anche che le risorse messe a disposizione dalla UE attraverso l‘Ocm sono state utili per la ristrutturazione e per la promozione, stimolando ulteriormente le aziende a fare meglio.
Le aziende italiane hanno così triplicato le esportazioni di vino in pochissimi anni, entrando anche in mercati nuovi come quello asiatico e cinese in particolare.
Importante anche il ruolo degli investitori stranieri in particolari aree geografiche del paese.
Il cambiamento climatico è quindi centrale, lo ha ricordato il presidente Federdoc Riccardo Ricci Cubastro intervenendo al Vinitaly: “Il cambiamento climatico sta imponendo di riesaminare le logiche che stanno alla base del nostro modo di agire per garantire la qualità del prodotto. La sostenibilità è un driver strategico di sviluppo e parta da una viticoltura ragionata”.
Il futuro della viticoltura italiana e dell’agricoltura più in generale passa attraverso, unicamente, il rispetto del territorio: senza la lotta al cambiamento climatico i 406 vini a denominazione oggi presenti semplicemente non saranno più.
Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.