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Un’Impennata nei Rendimenti del Debito Sovrano Spinge l’Euro al Ribasso

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Oct 17, 2014, 01:54 GMT+00:00

La coppia EUR/USD perde terreno sull'onda dei timori crescenti sul debito sovrano di Italia, Spagna e Portogallo. Tali preoccupazioni hanno provocato un

Un’Impennata nei Rendimenti del Debito Sovrano Spinge l’Euro al Ribasso

La coppia EUR/USD perde terreno sull’onda dei timori crescenti sul debito sovrano di Italia, Spagna e Portogallo. Tali preoccupazioni hanno provocato un movimento dei rendimenti dei titoli del tesoro come non lo si vedeva dal 2010. Spinti dalla paura, gli investitori hanno ancora una volta messo sotto pressione le borse di tutto il mondo.

L’esplosione nei rendimenti dei titoli di Stato periferici non è altro che un segnale ulteriore del fatto che l’Europa sia ancora vulnerabile rispetto a un’eventuale crisi finanziaria. Tanto più si aggraverà la crisi, tanto più aggressiva sarà la reazione della Banca Centrale Europea, per mezzo del piano di alleggerimento quantitativo. Questo scenario sortisce un effetto ribassista sulla coppia EUR/USD perché l’alleggerimento quantitativo tende a inondare il mercato di liquidità.

Il dollaro ha dato segni di una certa volatilità contro euro e la sterlina britannica in seguito alle dichiarazioni di James Bullard, Presidente della Banca Federale di San Louis, secondo il quale la Federal Reserve dovrebbe considerare la possibilità di posticipare la fine del programma di acquisto titoli per arginare la deriva deflazionistica.
Bullard ha poi aggiunto che, “sebbene i fondamentali sull’economia USA rimangano positivi, le previsioni per l’Europa potrebbero continuare a agitare i mercati il mercato. L’inflazione negli Stati Uniti è prevista in flessione. È per questo motivo che una risposta logica in questa congiuntura potrebbe essere una posticipazione della fine del programma di alleggerimento quantitativo”.

Il governo statunitense oggi ha dichiarato che la scorsa settimana il numero delle richieste di disoccupazione è sceso al minimo dell’ultimo 14 anni, registrando una flessione di 23.000 unità, arrivando valore più basso dal 2000. La produzione industriale nel mese di settembre è salita dell’1%, contro le stime dello 0,4%. La fiducia delle imprese del settore edile nel mese di ottobre ha registrato una forte flessione dopo aver raggiunto il massimo degli ultimi nove anni.

La verità dietro alla volatilità del mercato di oggi non sta nelle notizie economiche dagli USA ma nella propensione al rischio dei trader che accorrono in massa verso il dollaro USA.
Il rialzo sul mercato del dollaro ha esercitato una pressione anche sui futures dell’oro. I futures sul petrolio greggio invece hanno perso forza in seguito alla pubblicazione delle dati sulle scorte da parte dell’Agenzia per le Informazioni sull’Energia USA, secondo i quali le riserve sarebbero cresciute di 8,9 milioni di barili, dato molto superiore alle stime di 2,3 milioni di barili.

I prezzi avrebbero dovuto discendere ulteriormente a causa della robusta produzione negli USA, Russia e Arabia Saudita. La Russia deve continuare a vendere petrolio greggio per ricavarne liquidità e l’Arabia Saudita con gli altri membri dell’Opec sembrano orientati a tagliare la produzione.

L’andamento del prezzo di oggi è caratterizzato da una forte volatilità e dall’avversione al rischio legata agli sviluppi delle problematiche sul debito sovrano di Italia, Spagna e Portogallo.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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