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Una Pioggia di Dati Economici nel Corso della Sessione Asiatica

Da
Barry Norman
Aggiornato: Oct 23, 2014, 17:38 GMT+00:00

Nel corso della sessione asiatica sono stati pubblicati dati economici in grande numero; fra questi il PMI HSBC della Cina che sorprendentemente non ha

Una Pioggia di Dati Economici nel Corso della Sessione Asiatica
Una Pioggia di Dati Economici nel Corso della Sessione Asiatica

Nel corso della sessione asiatica sono stati pubblicati dati economici in grande numero; fra questi il PMI HSBC della Cina che sorprendentemente non ha avuto un forte impatto sui mercati. L’indice flash dei Responsabili per gli Acquisti (PMI) ha registrato un leggero rialzo, attestandosi a 50,4, dato che segue il 50,2 registrato nel mese di settembre, superando comunque le previsioni per un 50,3% e rimanendo comunque su territorio positivo (visto che un valore superiore a 50 descrive una fase di espansione).

In seguito alla pubblicazione del report il dollaro australiano è rimasto sostanzialmente invariato contro il biglietto verde, e gli indici Shanghai Composite e Hang Seng sono rimasti su terreno negativo. Già da diversi mesi Pechino ha adottato una serie di misure di stimolo volte a dare una spinta all’economia in difficoltà, in particolar modo nel settore immobiliare. I dati ufficiali di inizio settimana indicavano nel terzo trimestre una contrazione della crescita al 7,3%, il tasso più basso dal primo trimestre del 2009, quando nel pieno della crisi finanziaria globale il tasso di crescita era crollato al 6,6%.

Giovedì le azioni asiatiche hanno registrato una flessione dopo che i ribassi di Wall Street e il crollo dei prezzi del petrolio avevano risvegliato negli investitori i timori nei confronti della lenta crescita globale, mentre il quadro incerto sul settore manifatturiero cinese non ha avuto un impatto sul mercato. Il Nikkei giapponese è sceso dello 0,5% mentre l’indice generale MSCI delle borse dell’Asia orientale (Giappone escluso) è sceso dello 0,2%.

Il dollaro australiano registra un ribasso di 22 punti attestandosi a 0,8757. Il rapporto NAB sulla fiducia delle imprese si attesta comunque su terreno positivo, registrando una lieve salita di tre punti (rispetto a un unico punto del trimestre precedente), ma anche i dato sulle aspettative per i prossimi 12 mesi registra un miglioramento, dal 24 del trimestre precedente all’attuale 25.

Il kiwi, in seguito alla pubblicazione dei dati sull’inflazione, è sceso a quota 0,7863. Il dollaro della Nuova Zelanda ha perso circa mezzo centesimo di dollaro USA in seguito alla pubblicazione dei dati sull’inflazione che sembrano favorire una probabile posticipazione dell’aumento dei tassi di interesse e preparano il terreno per una ribasso valutario. Le statistiche sull’inflazione in Nuova Zelanda si fermano invariate a 0,3% nei 3 mesi che vanno da luglio-agosto-settembre, un rallentamento del tasso annuale all’1%, entro l’obiettivo della Reserve Bank fra l’1 e il 3%, ma sotto le aspettative degli analisti per + 1,3%.

Rimanendo in Asia, in seguito alla pubblicazione di rapporti che indicano il mancato raggiungimento degli obiettivi di stimolo dell’economia da parte della Banca del Giappone, lo yen giapponese deve confrontarsi con dei dati deboli. La coppia USD/JPY ha registrato un rialzo a quota 107,32, in rialzo – sia ieri che oggi – di 17 punti. Dopo aver spostato l’attenzione del mercato verso i T-Bill, visto che la domanda per i prestiti agevolati è sotto le aspettative, la BoJ si trova a dover affrontare un problema ancora maggiore. Per la prima volta dall’inizio del programma di alleggerimento quantitativo, Bloomberg segnala che la Banca del Giappone non riuscirà a comprare tutti i titoli che aveva previsto.
Sull’onda dei dati positivi sull’inflazione di mercoledì, il dollaro USA questa mattina ha registrato un incremento a 85,91, in rialzo di sei punti. Il rally del dollaro USA dovrebbe continuare anche oggi, pesando sulle valute asiatiche.

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