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Un gioco a tre: Banca d’Inghilterra, Bce e Banca del Giappone

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Barry Norman
Pubblicato: Aug 7, 2014, 19:36 GMT+00:00

Questa settimana ha in serbo ancora qualche evento di rilievo. È attesa per la seconda parte di sessione la decisione della Banca d’Inghilterra (BoE), che

Un gioco a tre: Banca d’Inghilterra, Bce e Banca del Giappone

Questa settimana ha in serbo ancora qualche evento di rilievo. È attesa per la seconda parte di sessione la decisione della Banca d’Inghilterra (BoE), che dovrebbe mantenere inalterati i tassi e le linee di politica monetaria e che per questo motivo non rilascerà alcuna dichiarazione ufficiale. I trader dovranno così aspettare la pubblicazione dei verbali che avrà luogo fra due settimane per determinare con maggiore accuratezza le singole opinioni e posizioni dei membri del Comitato di politica monetaria. Frattanto, nel corso della notte la sterlina britannica si è mossa al ribasso poiché una serie di dati economici insoddisfacenti ha finito per rimettere in discussione la solidità della ripresa economica del Regno Unito.

Gli investitori si potranno inoltre concentrare sulla Banca Centrale Europea, che annuncerà anch’essa la propria decisione in merito ai tassi d’interesse, nonché sulla conferenza stampa del presidente Draghi, solitamente piena di sorprese e di novità. Stamattina l’euro si è ripreso, muovendosi al rialzo di 7 punti sino a 1,3389. La Bce dovrà comunque fare i conti con una serie di nuovi e inaspettati eventi: le tensioni geopolitiche fra la Russia e l’Ucraina stanno infatti pesando in maniera formidabile sulla salute economica dell’Eurozona, che sarà inoltre ulteriormente danneggiata non appena entreranno a regime le sanzioni comminate contro la Russia. Il quadro è inoltre aggravato dai bassi tassi d’inflazione che attanagliano le economie europee, dalle recenti vicende del sistema bancario del Portogallo, nonché dalla recessione tecnica cui è ripiombata l’economia italiana. Per il momento la Bce dovrebbe limitarsi a valutare l’impatto delle misure di stimolo adottate durante il vertice di giugno, incluso l’aver portato in territorio negativo i tassi. Il fatto è che anche se l’Eurozona è uscita dalla recessione lo scorso anno e la disoccupazione sta riducendosi, sia pur lentamente, la crisi in Ucraina e le sanzioni contro la Russia costituiscono due elementi di grave incertezza.

L’indebolimento dell’euro dovrebbe innescare un lieve rialzo dell’inflazione nel corso dei prossimi mesi, anche se con ogni probabilità questa rimarrà per un periodo di tempo prolungato ben al di sotto del target della Bce, fissato al 2%. Marco Valli, di UniCredit Economics, ha scritto a questo proposito: “Dopo il pacchetto di stimoli annunciato a giugno, la Bce intende ora valutarne l’impatto sull’economia”, immaginando proprio per questo motivo che la riunione odierna sarà quasi del tutto inutile.

Nella giornata di domani la Banca del Giappone farà invece il proprio annuncio in materia di tassi d’interesse. È da 18 mesi, ovvero da quando lanciò il programma di acquisto straordinario di asset nell’aprile del 2013, che la BoJ mantiene inalterate le proprie linee di politica monetaria. Con ogni probabilità il quadro rimarrà tale sino al prossimo anno. In vista della riunione, lo yen è intanto scambiato a 102,19. Bisogna rilevare che l’inflazione si sta comunque rivelando superiore a quanto preventivato, il che potrebbe indurre i vertici della BoJ ad estendere nel tempo il programma di alleggerimento qualitativo e quantitativo piuttosto che a incrementare l’entità dei propri acquisti.

Il dollaro Usa è scambiato a 81,47 in ribasso rispetto ai massimi di inizio settimana. L’ascesa della banconota verde ha subito una battuta d’arresto nella giornata di ieri, retrocedendo dal massimo degli ultimi nove mesi nei confronti dell’euro a causa di bassi volumi di scambio. Nel corso delle ultime 6 settimane il dollaro si è mosso ripetutamene al rialzo, incrementando i propri guadagni anche dopo la notizia di ieri di un concentramento di truppe russe lungo il confine con l’Ucraina. La ripresa dell’euro, verificatasi più o meno a metà sessione statunitense, ha ridotto tali guadagni. Il dollaro è inoltre caduto al di sotto della media mobile a 200 giorni nei confronti dello yen nipponico dopo che la scorsa settimana questa si era invece rivelata un formidabile fattore di supporto.

 

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