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Un Dollaro Forte Riaccende La Corsa Dell’Oro

Da
Barry Norman
Aggiornato: Sep 3, 2014, 17:04 GMT+00:00

Il mercato aurifero guadagna 2.00$ nella sessione asiatica poiché i trader hanno approfittato del forte calo di ieri per acquistare il prezioso a buon

Metalli

Un Dollaro Forte Riaccende La Corsa Dell'Oro
Il mercato aurifero guadagna 2.00$ nella sessione asiatica poiché i trader hanno approfittato del forte calo di ieri per acquistare il prezioso a buon mercato, tuttavia, gli acquirenti non sembrano particolarmente convinti, pertanto, il metallo giallo continua a perdere terreno. Questa mattina l’oro è scambiato a 1.267.00$. I metalli preziosi dovrebbero riprendere presto la loro tendenza ribassista a causa dell’imminente rilascio del rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli. Le proiezioni attuali riportano un forte aumento mensile di oltre 200 unità, si prevede infatti un aumento di 222 unità. Se il rapporto dovesse mostrare numeri più forti del previsto, i prezzi dei metalli preziosi potrebbero subire un forte calo. Tuttavia, ci sembra opportuno segnalare come l’attenzione dei trader sembra essere incentrata sulla decisione della BCE, decisione che prenderà piede giovedì.

Secondo i dati rilasciati la scorsa settimana, le attuali riserve auree si attestano su quota a 794,999 tonnellate, circa lo 0,64% al di sotto dei numeri riportati la settimana precedente e lo 0,85% in meno da inizio agosto. In un simile scenario, la domanda del prezioso potrebbe diminuire.

L’argento e gli altri metalli preziosi continuano a prendere spunto dall’oro. Dopo aver postato un calo di 200 punti nella sessione di martedì, questa mattina il metallo bianco si muove nuovamente al ribasso per attestarsi su quota 19,197$. Il platino rimane invariato ed è scambiato a 1.410,45$. Ricordiamo come nella sessione di ieri, l’argento abbia rotto al di sotto dei 19,20$ l’oncia postando i minimi da metà giugno. Detto questo, dopo aver postato i massimi verso la fine della scorsa settimana, anche il palladio si muove al ribasso, rompendo al di sotto degli 885$ l’oncia.

Questa mattina i metalli industriali sorprendono i trader incrementando il momentum sul retro di un dollaro statunitense forte. Il rame guadagna 2 punti ed è negoziato a 3,161$ mentre il palladio registra un incremento di 10 punti testando la maniglia degli 884$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come, nella sessione di martedì, il metallo rosso si sia mosso al ribasso sul retro di un dollaro forte che continua ad alimentare le preoccupazioni riguardanti la domanda cinese. Ricordiamo, inoltre, come nella sessione di lunedì, il palladio aveva rotto al di sopra dei 900$ postando i massimi degli ultimi 13 anni. La mossa è stata supportata alle forti tensioni in Ucraina e dalla prospettiva di nuove sanzioni contro la Russia.

La Russia è responsabile di circa il 40% della produzione mondiale di palladio, pertanto, la possibilità di assistere a nuove sanzioni da parte dell’Occidente incrementa le preoccupazioni riguardanti una possibile interruzione delle forniture.

Martedì l’Indice del Dollaro (DX) si muove al rialzo postando i massimi a 83.00, livello che non si vedeva da luglio 2013. La mossa spinge diverse materie prime negoziate in dollari come il rame fortemente al ribasso. A tale proposito ricordiamo come, la maggior parte degli acquirenti di rame, utilizzino altre valute per comprare il metallo, pertanto, un dollaro forte porta inevitabilmente ad un rincaro dei prezzi, fattore che influenza notevolmente la domanda del metallo rosso. Detto questo, segnaliamo come un dollaro forte gravi pesantemente sulla maggior parte dei prodotti. I trader di rame statunitensi continuano a reagire ai deludenti numeri riguardanti la produzione cinesi, dati rilasciati durante il fine settimana. Concludendo, ci sembra opportuno ricordare come le recenti tensioni insorte tra l’Europa e la Russia continuino ad innescare una forte pressione ribassista sui prezzi poiché la possibilità di assistere a nuove sanzioni occidentali mette in serio rischio l’economia della Grande Madre Patria portando inevitabilmente ad una riduzione della domanda di rame.

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