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Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo fondo italiano Atlante

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Apr 15, 2016, 13:58 GMT+00:00

Atlante: da Titano che sorregge la volta celeste a panacea bancaria. Una metafora davvero elegante, ma l’elemento più interessante è da ricercare nel

Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo fondo italiano Atlante

Atlante: da Titano che sorregge la volta celeste a panacea bancaria.
Una metafora davvero elegante, ma l’elemento più interessante è da ricercare nel consenso unanime che ha accomunato la platea italiana, per una volta fronte compatto e volto verso la stessa direzione.

Atlante è un fondo privato che è stato pensato da Quaestio Sgr, che ne avrà anche la gestione. Figure di spicco di tale società di gestione del risparmio sono Alessandro Penati e Paolo Petrignani, rispettivamente presidente e ad.
Quaestio Holding Sa detiene il 100% della sgr, la cui struttura si articola in: Fondazione Cariplo, 37,65%, Locke Srl, 22%, Cassa italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti, 18%, Direzione Generale Opere Don Bosco, 15,60%, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, 6,75%.

La costituzione del fondo sarà agevolata dal Governo, che varerà norme ad hoc e vi sarà vigilanza da parte dell’Unione Europea, affinché non si oltrepassino i limiti degli aiuti di Stato.
A questo riguardo, giova ricordare come Atlante, al pari di ogni altro fondo, consterà di sottoscrittori che acquisteranno le sue quote, tra i quali sono da annoverare grandi banche italiane, fondazioni bancarie, Cassa Depositi e Prestiti, gruppi assicurativi e altri.
Data la natura privata delle risorse a disposizione di Atlante, sembrerebbe scongiurato il rischio di un’interpretazione comunitaria verso gli aiuti di Stato.
Sulla questione, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, statuisce: “È un’operazione interamente privata”.

Tornando ai soggetti sottoscrittori, dei circa 6 miliardi di dotazione complessiva che si intende raggiungere, 3 dovrebbero arrivare dal mondo bancario.
Nel dettaglio, Intesa Sanpaolo guida i finanziamenti con 1,2 miliardi di euro, seguita da Unicredit con poco meno di 1 miliardo, a cui seguono UBI Banca con 250 milioni, BPM-Banco Popolare (in via di fusione) con 200 e Banca Popolare dell’Emilia Romagna con 150.
Le realtà minori contribuirebbero con 75 milioni di euro.

L’obiettivo di Atlante è duplice: Garantire gli aumenti di capitale delle banche in difficoltà e rilevare i crediti in sofferenza degli istituti di credito, senza dimenticare le stime di rendimento, che si attestano intorno al 6%.

Va detto che il fondo potrà inoltre indebitarsi e raccogliere risorse sul mercato, eccezion fatta per i propri aumenti di capitale; tale reperimento di risorse avrà come target i prestiti in sofferenza contenuti nelle pance delle banche. Potrà indebitarsi fino a una volta e mezzo rispetto al patrimonio che impiegherà per questa voce.

Il fondo sembra ben strutturato, rimane il dubbio che utilizzare Cassa Depositi e Prestiti si riveli una scelta ambivalente: giusta in termini di volumi e stabilità, contraddittoria pensando a correntisti e investitori vari.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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