Nella mattinata di oggi, il dollaro ha continuato a muoversi in ribasso, perdendo 6 punti a causa della delusione per i dati sul settore immobiliare
Nella mattinata di oggi, il dollaro ha continuato a muoversi in ribasso, perdendo 6 punti a causa della delusione per i dati sul settore immobiliare pubblicati nel pomeriggio di lunedì. Il dollaro viene negoziato a quota 94,68. I trader si stanno preparando alla riunione della Federal Reserve, che avrà inizio oggi e durerà due giorni. Sebbene non si attendano cambiamenti nella politica monetaria e non sia prevista una conferenza stampa a seguito del vertice, i trader ritengono che la dichiarazione della Fed lascerà la porta aperta a un innalzamento dei tassi nel mese di giugno.
Robert Cornell, capo economista internazionale della Ing Bank NV di Londra, afferma: “Per la Bce, la realtà è che l’Eurozona non si trova in condizioni così pessime come sostiene Draghi. Secondo me, il terzo trimestre sarebbe ragionevole, ma non mi sento di escludere il secondo.”
Per gli investitori, non vi è alcuna possibilità che il Fomc decida di aumentare i tassi alla riunione di oggi e vi è soltanto un 20% di probabilità che la manovra restrittiva avvenga a giugno, otto giorni prima del referendum in Gran Bretagna sulla permanenza nell’Unione Europea. Attualmente, l’euro viene negoziato a quota 1,1269, in lieve ribasso dopo i deludenti dati sulle aspettative delle imprese tedesche pubblicati nella giornata di lunedì.
All’inizio dell’anno, il dollaro ha raggiunto i massimi ponderati su base commerciale, toccati per l’ultima volta nel 2002. Tuttavia, la valuta degli Stati Uniti si è poi mossa in ribasso, deprezzandosi anche nei confronti dell’euro. Un dollaro più forte ha contribuito al mantenimento della bassa inflazione a causa dei minori prezzi delle importazioni e della limitazione della crescita con effetti negativi sulle esportazioni.
L’inflazione è ancora troppo bassa a causa del basso prezzo dell’energia e dell’apprezzamento del dollaro, e dal 2012 è al di sotto del tasso obiettivo stabilito dalla Fed. Inoltre, i salari sono ancora bassi e ciò suggerisce che il mercato del lavoro stenta a ripartire, nonostante il tasso di disoccupazione a marzo abbia raggiunto il 5%. Secondo le stime della Fed, il dato è prossimo al pieno impiego.
Qualche ora dopo la dichiarazione della Fed, la Banca del Giappone deciderà sui tassi di interesse e la politica monetaria, dopo aver portato i tassi in negativo innescando un ampio dibattito su scala globale. Nella mattinata di oggi, dopo essersi mosso in rialzo fino a quota 108 nell’ultima settimana, innervosendo la Banca del Giappone, lo yen vine negoziato a quota 110,97. Da quasi un anno e mezzo, la Banca del Giappone sta acquistando asset per circa 7 trilioni di yen al mese (approssimativamente, 64 miliardi di dollari), soprattutto in titoli di Stato nipponici, nel tentativo di aumentare l’inflazione e far ripartire l’economia.
Negli ultimi anni, il governo di Tokyo, insieme alla Banca del Giappone, ha tentato più volte di rilanciare l’economia nazionale.