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Sui mercati valutari, i trader volgono l’attenzione alla Cina

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Sep 22, 2015, 00:51 UTC

Nella mattinata di lunedì, durante la sessione asiatica, i mercati dell'area nipponica hanno chiuso con il volume in ribasso, mentre, allo stesso tempo,

Sui mercati valutari, i trader volgono l’attenzione alla Cina

Forex
Nella mattinata di lunedì, durante la sessione asiatica, i mercati dell’area nipponica hanno chiuso con il volume in ribasso, mentre, allo stesso tempo, si registrava scarsità di notizie e la Nuova Zelanda era al centro dell’attenzione. Sul Forex, i trader hanno continuato a concentrarsi sulla Federal Reserve. Lo yen  viene negoziato a quota 119,79, perdendo 22 punti, con il dollaro che segna un ribasso di 10 punti, scendendo a quota 95,26. I trader stanno continuando a interpretare le affermazioni di Janet Yellen. Diversi membri della Fed hanno dichiarato il proprio sostegno a un aumento dei tassi nel 2015, che produrrebbe un leggero apprezzamento del dollaro.

La valuta ha sperimentato un rimbalzo dopo aver raggiunto il minimo degli ultimi 13 anni nel mese di giugno, quando scese a quota 125,86. Interrogato sulla decisione della Fed di lasciare i tassi invariati, Sakakibara ha dichiarato che sul Giappone “l’impatto non è così forte.”

Nel corso di un’intervista rilasciata a Tokyo, Sakakibara, professore di 74 anni presso la Aoyama Gakuin University, ha affermato: “Il tempo dello yen debole sta per finire e credo che il cambio yen-dollaro si muoverà gradualmente verso una banda di oscillazione tra 115 e 120.” Sakakibara ha aggiunto di ritenere improbabile un ribasso della valuta giapponese vero quota 125 “per qualche tempo a venire.”

Da quando il primo ministro Shinzo Abe è salto al potere alla fine del 2012, impegnandosi a portare la terza potenza economica mondiale fuori da una spirale deflazionistica, lo yen ha perso circa il 30%.

In questo mese, la valuta nipponica si sta muovendo verso una seconda settimana di rialzo a seguito della riluttanza mostrata dalla Fed a porre fine a uno stimolo monetario storico in una fase di turbolenza sui mercati, crescente rischio sul piano internazionale e bassa inflazione negli Stati Uniti.

Secondo quanto affermato dal principale portavoce giapponese nella giornata di venerdì, la decisione della Federal Reserve di rinviare l’aumento dei tassi è stata “appropriata”.  A seguito della risoluzione della Fed sul momentaneo mantenimento di tassi ultrabassi, il segretario del capo di gabinetto Yoshihide Suga ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa, che la banca centrale degli Stati Uniti “ha preso una decisione appropriata monitorando diverse situazioni.”

La decisione di giovedì ha trovato gli investitori preoccupati per la possibilità  che un repentino aumento dei tassi provochi ulteriore turbolenza sui mercati finanziari, causando un deflusso di capitali dai paesi emergenti, mentre perdurano i timori sul rallentamento dell’economia cinese. La decisione della Federal Reserve di ritardare l’incremento dei tassi di interesse, soprattutto a causa dell’incertezza sull’economia cinese, è fonte di preoccupazione per diversi economisti e investitori.

Con la Cina nuovamente al centro dell’attenzione, il dollaro australiano ha continuato a muoversi in ribasso. Nel corso della mattinata, l’Aussie ha perso 17 punti, toccando quota 0,7171 e perdendo parte dei guadagni conseguiti alla fine della settimana settimana in conseguenza della decisione della Fed.

A seguito dei deludenti dati pubblicati nella mattinata di oggi, il kiwi ha perso 29 punti. L’indice sulla fiducia dei consumatori, elaborato da Westpac, è risultato inferiore alle aspettative. Il kiwi viene negoziato a quota 0,6368. In Nuova Zelanda, nel terzo trimestre, la fiducia dei consumatori è crollata al minimo degli ultimi tre anni a causa della pressione esercitata dal peggioramento delle prospettive economiche sulla fiducia delle famiglie.

Nel trimestre concluso a settembre, l’indice sulla fiducia dei consumatori, elaborato da  Westpac McDermott Miller, è sceso a 106 dal 113 del mese di giugno, segnando il livello più basso dal settembre 2012.  Tuttavia, il dato rimane in territorio positivo, con una lettura superiore a 100 che indica come gli ottimisti siano più dei pessimisti, seppure al di sotto della media storica di 111,5. L’indice sulle condizioni attuali ha perso 6,9 punti, scendendo a 108,2. L’indice sulle condizioni attese ha segnato un calo di 7,1 punti, assestandosi a 104,6.

Secondo Felix Delbruck, economista anziano presso Westpac, “Gli ultimi tre mesi sono stati un bel problema per l’economia, con i produttori di latte sotto pressione, segnali sul raggiungimento del picco nella ricostruzione di Canterbury e timori crescenti sullo stato dell’economia cinese. I consumatori sono diventati più cauti, in particolare nelle aree rurali. Tuttavia, dato più importante, le intenzioni di spesa sono ancora a livelli moderatamente positivi.”

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