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Spread Tra Greggio WTI e Brent Verso La Normalizzazione

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 9, 2015, 15:59 UTC

Martedì i pezzi del greggio WTI si muovono in ribasso perdendo 24 centesimi per attestarsi su quota 45.81$ mentre il Brent posta un rincaro di 1,73$ ed é

Spread Tra Greggio WTI e Brent Verso La Normalizzazione

Spread Tra Greggio WTI e Brent Verso La Normalizzazione
Spread Tra Greggio WTI e Brent Verso La Normalizzazione
Martedì i pezzi del greggio WTI si muovono in ribasso perdendo 24 centesimi per attestarsi su quota 45.81$ mentre il Brent posta un rincaro di 1,73$ ed é scambiato a 49,37$ poiché lo spread tra i due combustibili si avvicina ai livelli normali passando dai precedenti 3$ agli attuali 4.5$. Tyler Rickey ha mostrato a MarchetWatch come nella giornata martedì le variazioni percentuali siano state “falsate” dall’assenza di un assestamento sul Nymex, pertanto, gli scavi avevano come punto di riferimento la chiusura di venerdì. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come lunedì i mercati statunitensi siano rimasti chiusi in occasione di una festività nazionale, pertanto, il rilascio del rapporto d’inventario settimanale EIA é stato posticipato a giovedì. Mercoledì mattina il greggio WTI e il Brent si muovono in ribasso nella sessione asiatica perdendo pochi centesimi dalla chiusura di martedì.

Martedì mattina Tyler ha dichiarato che “i parametri di riferimento del greggio hanno rimbalzato sulla scia di una lieve propensione al rischio nelle differenti classi di asset dettata dal forte rimbalzo delle quote cinesi in prossimità della chiusura giornaliera”. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come nella sessione di lunedì i contratti del Brent e del greggio WTI si siano mossi fortemente in ribasso nel trading elettronico sulla scia delle notizie che vedevano la Russia negare una collaborazione all’Opec, affermando che “l’epoca d’oro del cartello é giunta a termine”.

Nel frattempo, i dati rilasciati lunedì hanno mostrato come nel mese di agosto le esportazioni cinesi abbiano postato un calo del 5,5%  rispetto allo scorso anno, mentre le importazioni perdono il 13,8%.

Nel mese di agosto, infatti, le importazioni di greggio in Cina diminuiscono del 13%, mentre le esportazioni relative allo stesso mese dello scorso anno registrano un calo del 33%, scenario che sottolinea un forte rallentamento economico della nazione. Gli analisti sostengono che il calo sia stato maggiore del previsto.

Martedì scorso, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha concesso all’Indonesia la possibilità di rientrare come membro durante la prossima riunione Opec, prevista per dicembre. Stando alle dichiarazioni rilasciate l’8 settembre da Bill Thomas ad un gruppo di analisti, l’amministratore delegato della EOG Resources sostiene che il prossimo anno i prezzi del greggio si muoveranno in rialzo mostrando un particolare entusiasmo per il 2016.

Un rimbalzo dei prezzi del greggio potrebbe solo essere d’aiuto alla EOG, uno dei principali produttori di scisto negli Stati Uniti, poiché sembrerebbe che i fattori climatici abbiano contribuito al calo di oltre il 50% registrato dalla scorsa estate, calo che ha portato a numerosi licenziamenti e tagli di bilancio in tutto il settore. Infatti, la stessa EOG ha ridotto le spese arginando il numero degli impianti di perforazione passando dalle 50 unità di gennaio alle attuali 15 unità.

Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come il ribasso registrato martedì dai prezzi del greggio WTI sia avvenuto a seguito del rilascio dei numeri commerciali cinesi relativi al mese di agosto. Le esportazioni della Cina hanno riportato un calo del 5,5% rispetto all’agosto del 2014. Si tratta del secondo ribasso consecutivo dopo il calo dell’8,3% mostrato a luglio. Sempre ad agosto, le importazioni perdono il 13,8% contro l’8,1% di luglio.

A tale proposito ricordiamo come i prezzi del greggio siano negoziati in dollari, motivo per cui, le importazioni diventano sempre più costose quando l’economia cinese mostra segni di debolezza. La Cina, infatti, é uno dei principali consumatori mondiali  di greggio, pertanto, il rilascio di numeri poco brillanti da parte della nazione potrebbe gravare sul combustibile anche nei prossimi mesi.

Inoltre, le preoccupazioni riguardanti un eccesso delle scorte continuano ad esercitare una ressione ribassista sui prezzi del greggio. La scorsa settimana l’Energy Information Administration degli Stati Uniti ha mostrato un incremento di 4,7 milioni di barili di greggio. I suddetti dati proiettano la prosuzione totale degli Stati Uniti in prossimità dei massimi degli ultimi 80 anni a 7.9 milioni di barili giornalieri.

 

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