Pubblicita'
Pubblicita'

Sessione contrastata per i mercati asiatici, con lo yen ai massimi dopo la conferenza stampa Fomc

Da
Barry Norman
Pubblicato: Sep 18, 2014, 16:11 GMT+00:00

La decisione di politica monetaria della Fed ha alimentato una certa volatilità a Wall Street, benché gli indici statunitensi siano comunque riusciti a

Sessione contrastata per i mercati asiatici, con lo yen ai massimi dopo la conferenza stampa Fomc

La decisione di politica monetaria della Fed ha alimentato una certa volatilità a Wall Street, benché gli indici statunitensi siano comunque riusciti a chiudere la sessione del mercoledì lievemente in rialzo. Anche i mercati europei sono stati protagonisti di un rimbalzo, nella speranza che la banca centrale americana avrebbe mantenuto ai minimi i tassi d’interesse ancora per un lungo periodo. Gli indici asiatici aprono invece la sessione odierna contrastati, dal momento che il calo registrato nei prezzi del mercato immobiliare cinese ha preso il sopravvento sulla notizia di una politica monetaria Usa che rimane accomodante.

Se si eccettua il Giappone, i listini asiatici hanno mosso in ribasso, mentre la Fed rivedeva in rialzo le previsioni relative ai tassi d’interesse futuri. L’indice nipponico Topix è balzato al massimo degli ultimi 6 anni beneficiando del momento di debolezza dello yen. La Fed ha frattanto mantenuto inalterata la sua linea di politica monetaria, senza indicare alcun momento temporale per il rialzo dei tassi. Ha comunque ridotto di altri 10 miliardi il proprio programma di acquisto asset, che si concluderà ad ottobre con i restanti 15 miliardi.

Il dollaro Usa si è mosso in rialzo a seguito della conferenza stampa di ieri sera del presidente Yellen. La Fed manterrà i tassi prossimi allo zero “per un periodo di tempo considerevole” anche dopo la conclusione del programma di acquisto asset, pur iniziando a pensare a una exit strategy per quel piano di alleggerimento quantitativo durato ormai 6 anni che nella storia degli Stati Uniti non ha precedenti. In maniera abbastanza sorprendente, ad agosto è calato il costo della vita negli Stati Uniti per la prima volta in oltre un anno, fornendo ai decisori Fed un motivo in più per mantenere inalterati i tassi.

La banconota verde ha toccato quota 84,84, il massimo del 2014, confermando le aspettative degli analisti secondo i quali, se la Fed non fosse intervenuta sulla propria politica monetaria, il dollaro Usa sarebbe balzato al massimo degli ultimi 4 anni nei confronti delle sue maggiori controparti valutarie. E in vista dell’intervento del governatore della Banca del Giappone, lo yen è scivolato al minimo degli ultimi 6 anni, scambiato a 108,73. Nel mese di agosto l’export nipponico si è contratto meno di quanto inizialmente preventivato dagli analisti, benché il concomitante calo delle importazioni evidenzia quanto sia complesso rianimare la domanda aggregata del Giappone.

Aussie e Kiwi si sono mosse entrambe in lieve rialzo, pur attestandosi al di sotto dei loro ultimi range di trading. L’Aussie ha recuperato 5 punti per essere scambiato a 0,8961 e cadendo per la prima volta al di sotto del livello 90. Il Kiwi viaggia invece a 0,8106, con l’economia neozelandese che nel secondo trimestre è cresciuta più di quanto stimato dagli analisti grazie alle buone performance del settore edilizio e terziario.

Le transazioni di euro e la sterlina hanno fatto registrare parecchio movimento mentre i trader erano in attesa della conferenza stampa dei vertici Fomc, con la divisa europea a 1,2862 e quella britannica a 1,6266: la valuta del Regno Unito sconta da un lato le incertezze legate al futuro della Scozia, mentre dall’altra può beneficiare dell’ultimo calo del tasso di disoccupazione. A seguito dell’annuncio Fed, l’euro ha perso circa 100 punti sui mercati internazionali.

 

Sull'Autore

Pubblicita'