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Riflettori Accesi su Mario Draghi

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 4, 2014, 16:32 GMT+00:00

Gli indici di Wall Street hanno toccato il nuovo massimo di tutti i tempi dopo che il rally delle azioni dell’industria e delle materie prime ha iniettato

Riflettori Accesi su Mario Draghi

Gli indici di Wall Street hanno toccato il nuovo massimo di tutti i tempi dopo che il rally delle azioni dell’industria e delle materie prime ha iniettato nuova fiducia nell’economia. Le borse europee si sono invece contratte dopo che il Regno Unito ha reso noti i propri piani in materia fiscale e di spesa pubblica, entrambi meno accomodanti rispetto al passato. Le piazze asiatiche aprono invece in rialzo beneficiando della chiusura da record di quelle statunitensi, con il Nikkei a toccare il massimo degli ultimi 7 anni.

A due giorni dalla pubblicazione del tanto atteso rapporto del Dipartimento del Lavoro sull’occupazione, la Fed ha reso noto che gli impieghi statunitensi sono cresciuti nettamente sia a livello regionale che di comparti industriali. Il dollaro è lievitato circa dello 0,1% sino a 120 yen, un livello che non si vedeva dal luglio 2007, dal momento che le previsioni di un mercato del lavoro Usa in salute stridono con la recessione del Giappone. Negli Stati Uniti, il ritmo di espansione dell’attività terziaria ha toccato a novembre il minimo dallo scorso aprile, stando ai dati pubblicati ieri da Markit. La lettura finale dell’indice PMI terziario è difatti scivolata a 56,2 dal 57,1 di ottobre. E benché i dati ADP si siano stampati appena al di sotto delle aspettative, contrastano con l’attività economica dell’Eurozona, cresciuta meno di quanto preventivato nello scorso mese. In apertura di sessione il dollaro Usa è lievitato sino a 89,02.

Prosegue la caduta dell’euro, scambiato a 1,2308 in vista della fondamentale riunione Bce di quest’oggi. L’economia di Eurolandia rischia infatti un’altra contrazione dopo che i dati di ieri hanno evidenziato un’espansione dell’attività economica inferiore alle attese; ciononostante, a livello globale la crescita si dovrebbe mantenere complessivamente intatta grazie all’apporto dei dati provenienti dall’Asia e dagli Stati Uniti. La lettura finale dell’indice PMI composito di Markit – fondato sui rapporti di migliaia di società e considerato un ottimo indicatore di crescita – è sprofondata a 51,1 dal 52,1 di ottobre. La Bce dovrà così fronteggiare il malessere economico diffusosi nella regione, in una riunione odierna che si apre all’insegna delle forti pressioni affinché adotti misure straordinarie per contrastare la recessione delle proprie economie. Benché è da tempo noto che le prospettive di ripresa siano sostanzialmente venute meno per la gran parte dei 18 membri del blocco monetario, il presidente Draghi presenterà quest’oggi le ultime previsione del suo istituto sulla crescita economica e sull’andamento dell’inflazione.

A novembre l’indice PMI non-manifatturiero della Cina ha toccato quota 53,9 dal 53,8 di ottobre, laddove l’indice PMI curato da HSBC/Markit è passato a 53 dal 52,9 del mese precedente, con i nuovi ordinativi cresciuti al ritmo più forte degli ultimi due anni e mezzo. Le divise asiatiche sono scambiate piatte o al negativo rispetto al dollaro Usa, apprezzatosi contro la gran parte delle sue controparti per chiudere a 120 contro lo yen (grazie agli ultimi dati favorevoli sul fronte dell’occupazione). L’euro viaggiava invece in prossimità del minimo degli ultimi due anni in vista della riunione di politica monetaria Bce di quest’oggi: gli investitori speculano fortemente sulla possibilità che l’istituto ricorra a nuove misure di stimolo. Secondo i primi sondaggi, il partito del premier Abe gode di un considerevole vantaggio in vista della tornata elettorale nipponica. L’Aussie e il Kiwi corrono entrambe in territorio negativo in vista della riunione Bce. L’AUD si attesta a 0,8389 mentre il NZD a 0,7747: gli ultimi dati economici australiani, sostanzialmente positivi, hanno evitato a entrambe le divise di incappare in perdite peggiori. Le vendite al dettaglio sono infatti cresciute oltre le attese mentre si riduceva il deficit della bilancia commerciale.

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