Questa mattina il mercato del greggio si muove nuovamente al ribasso sul retro di un rallentamento della crescita mondiale da parte del Fondo Monetario
Detto questo, stando a quanto stimato dagli analisti intervistati dal Dow Jones, il rapporto EIA che verrà rilasciato mercoledì, per la settimana terminata il 3 ottobre, dovrebbe mostrare un incremento di 1,9 milioni di barili delle scorte di greggio .
Il boom dello scisto statunitense continua a postare livelli record spingendo la domanda di greggio al ribasso, scenario che porta inevitabilmente ad un ribasso dei prezzi. Secondo la Energy Information Administration degli Stati Uniti, quest’anno la produzione nazionale dovrebbe registrare un incremento di 1,1 milioni di barili giornalieri e, nel 2015, ulteriori 963 mila barili giornalieri, postando così i massimi dal 1970. Il braccio statistico dell’EIA per il 2014 prevede che il consumo del combustibile subirà una riduzione dello 0,2% per attestarsi su quota 18,9 milioni di barili giornalieri, i minimi dal 2012.
L’aumento della scorte da fratturazione idraulica e la perforazione orizzontale, congiuntamente ad un calo della domanda, contribuiscono a spingere i prezzi del greggio WTI al ribasso. a tale proposito, ricordiamo come, dal 20 giugno, il prezzo standard degli Stati Uniti abbia registrato un calo del 17% rompendo, per la prima volta in diciassette mesi, al di sotto dei 90$ al barile il 2 ottobre.
Ieri, l’EIA ha tagliato le sue previsioni per il 2014 e per il 2015 sul retro di una forte crescita della produzione e un calo della domanda. Si stima che il prossimo anno il prezzo medio del WTI sarà di 94,58 $ al barile contro i 94,67$ previsti a settembre. Le prospettive del Brent, punto di riferimento per oltre la metà del greggio mondiale, sono passate dai 103$ iniziali agli attuali 101,67$. Stando a quanto riportato dal suddetto istituto, nel mese di settembre, le esportazioni statunitensi hanno raggiunto gli 8,7 milioni di barili giornalieri, i massimi dal 1986. Secondo l’EIA, il calo della domanda interna al paese è dovuto a una riduzione dei consumi da parte dei guidatori che, oltre ad utilizzare meno la macchina, si sono muniti di vetture a basso consumo.
As Le scorte statunitensi aumentano mentre diminuiscono le importazioni, pertanto, stando a quanto dichiarato dalla Commerzbank AG con sede a Francoforte, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio potrebbe dar voce “ad una guerra dei prezzi”. Nel mese ti settembre le esportazioni OPEC hanno postato i massimi annuali a 30,935 milioni di barili giornalieri.
Sempre secondo la Commerzbank, il ribasso dei prezzi di vendita apportato il 1 ottobre dall’ Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di greggio suggerisce come il paese sia disposto ad accettare un ribasso dei prezzi piuttosto che cedere la quota di mercato. Stando a quanto riportato dalla BP Plc con sede a Londra, la terza più grande compagnia petrolifera d’Europa, l’OPEC rappresenta circa il 42% dell’offerta mondiale.
La benzina continua a diminuire poiché i guidatori continuano a godere dei benefici ricevuti dal calo del greggio WTI e del Brent si prevede che, quest’anno, la benzina al dettaglio raggiungerà una media di 3,45$ al gallone e, nel 2015, 3,38$ al gallone. Le previsioni effettuate lo scorso mese si attestavano su quota 3,46$ per il 2014 e 3,41$ per il 2015.
Dopo aver postato costanti rincari nella sessione di martedì, questa mattina il mercato del gas naturale si muove al ribasso perdendo 18 punti ed è negoziato a 3,924$ sul retro di favorevoli previsioni meteorologiche. Gli Stati Uniti hanno approvato quattro strutture per liquefare il gas destinato alle esportazioni. Ricordiamo come, negli Stati Uniti, siano preibite la maggio parte delle esportazioni di greggio, tuttavia, i prodotti finiti come la benzina, possono essere commerciati liberamente. I produttori continuano a fare pressione per “allentare” le restrizioni del greggio.