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Prosegue lo storico rally del dollaro Usa

Da
Barry Norman
Pubblicato: Mar 4, 2015, 16:21 GMT+00:00

Ieri la banconota verde ha toccato quota 95,44 ed è oggi scambiata a 95,50 nel corso della sessione asiatica. A metà giornata di ieri, ha raggiunto un

Prosegue lo storico rally del dollaro Usa

Prosegue lo storico rally del dollaro Usa
Ieri la banconota verde ha toccato quota 95,44 ed è oggi scambiata a 95,50 nel corso della sessione asiatica. A metà giornata di ieri, ha raggiunto un massimo a 95,57: i trader stanno infatti continuando a scommettere sul dollaro mentre sempre più membri Fomc sposano la tesi di un primo rialzo dei tassi per giugno. E con la riunione Fed fissata per la metà del mese, gli investitori sono sempre più favorevoli a un cambio di passo nella gestione della politica monetaria. La reazione alle parole di questa notte del presidente Yellen è stata praticamente nulla nonostante abbia ribadito quanto detto la scorsa settimana, senza rivelare alcunché di quello che potrebbe avvenire nel corso della riunione di marzo. Frattanto, a febbraio l’indice ISM di New York è cresciuto a 677,1 da 671,1 mentre l’indicatore curato dalla Fed di Dallas sui consumi privati ha perso lo 0,3% nel corso di gennaio dopo essere aumentato del +0,7% a dicembre.

Ieri l’euro era riuscito ad apprezzarsi contro il dollaro prima di tornare a cedere terreno sul finire di sessione e concludere la giornata in territorio negativo a 1,1175; lunedì, in chiusura di sessione nordamericana, si attestava a 1,1185. La divisa europea aveva comunque raggiunto un massimo a 1,1219. Oggi, nel corso della sessione asiatica, continua a muovere in ribasso toccando quota 1,1168 mentre i trader si preparano alla riunione Bce di domani.

Sul fronte delle notizie economiche, i prezzi alla produzione nell’Eurozona hanno segnato il peggior calo dal novembre del 2009 per via del calo dei prezzi energetici, stando a quanto ha riportato ieri l’Eurostat. I prezzi alla produzione hanno infatti ceduto il -3,4% nel corso di gennaio (dato su base annua) dopo il -2,6% di dicembre. Si è trattato della peggiore performance dal novembre del 2009, quando si contrassero del -4,4%. Gli economisti avevano scommesso su di una flessione del -3%.

A gennaio le vendite al dettaglio della Germania hanno accelerato in maniera del tutto imprevista fino a stampare la crescita più consistente degli ultimi 4 anni e mezzo; la speranza è ora che la spesa dei consumatori riesca a sostenere l’espansione dell’attività economica. Secondo i dati pubblicati ieri da Destatis, a gennaio la crescita su base annua delle vendite al dettaglio è migliorata per il secondo mese di fila, realizzando un +5,3% dopo il +4,8% di dicembre. Gli economisti avevano invece scommesso su di un’espansione del +3%.

La sterlina ha chiuso la giornata in territorio negativo a 1,5362 non avendo potuto sostenere la forza del dollaro Usa. I trader guardano ora alla riunione di giovedì della Banca d’Inghilterra e ai sondaggi elettorali in vista delle politiche di maggio. Secondo quanto pubblicato ieri da Markit, a febbraio il settore edilizio del Regno Unito si è espanso in maniera netta con gli ordinativi che hanno realizzato il rialzo maggiore dall’ottobre 2014. L’indice PMI edilizio curato da Markit è infatti cresciuto fino a 60,1 contro il 59,1 di gennaio. Le previsioni scommettevano su di un calo a 59; la lettura si è attestata al di sopra della soglia dei 50 punti per il ventiduesimo mese di fila.

Ieri l’Oecd ha rivelato che a gennaio la crescita dell’inflazione nelle economie più sviluppate si è ridotta per il terzo mese di fila a causa del calo dei prezzi energetici. Secondo l’organizzazione con sede a Parigi, l’indice dei prezzi al consumo dei paesi-Oecd è cresciuto del +0,5% (su base annua) dopo il +1,1% di dicembre. Si tratta della lettura peggiore dall’ottobre del 2009, quando la crescita dei prezzi fu solamente del +0,2%.

L’Aussie ha guadagnato 51 punti ed è negoziato a 0,7817 dopo gli ultimi positivi dati economici e la decisione monetaria della Rba. I trader si aspettavano infatti una ulteriore riduzione dei tassi d’interesse e sono rimasti sorpresi dalla scelta dell’istituto di rimanere fermo. I permessi edilizi e il saldo delle partite correnti si sono rivelati entrambi migliori delle attese, tanto da supportare l’AUD contro il pur forte dollaro Usa. Stamane l’Aussie è scambiato a 0,7807 mentre il Kiwi si muove di conserva a 0,7547. I dati sul Pil di Canberra hanno confermato le previsioni della vigilia pur non riuscendo a influenzare oltremodo l’andamento dei marcati.

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