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I propositi di Cassa Depositi e Prestiti

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Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jul 19, 2016, 14:56 GMT+00:00

La finanziaria di Via Goito ha le idee ben chiare su presente e futuro. Dal favore verso Atlante alla decisione di non compiere acquisizioni dirette verso

I propositi di Cassa Depositi e Prestiti

La finanziaria di Via Goito ha le idee ben chiare su presente e futuro.

Dal favore verso Atlante alla decisione di non compiere acquisizioni dirette verso Mps, passando per l’Ilva e per le infrastrutture.

Così, a un anno dall’insediamento, le due figure di spicco, Claudio Costamagna e Fabio Gallia, rispettivamente presidente e amministratore delegato, illustrano la situazione di Cdp: “Lavoriamo su operazioni di mercato, dove il mercato non arriva. Cerchiamo ritorni positivi senza alterare il profilo di rischio. Abbiamo detto vari no”. Così l’ad relativamente a questioni prettamente economico-finanziarie.

Sul profilo bancario interviene il presidente Costamagna: “Il nostro intervento è attraverso Atlante. Abbiamo il 12%. Continueremo così. Non possiamo e non vogliamo diventare una banca. C’è il rischio degli aiuti di Stato e delle “manette” di Basilea 3. Mps non ci interessa. Se prendessimo una partecipazione significativa in una banca diventeremmo un gruppo bancario. Siamo disponibili ad aumentare l’investimento in Atlante”.

Chiarezza, eloquenza e precisione, ecco come la governance di Cdp trasmette solidità.

Capitolo Ilva, su cui l’ad Gallia utilizza una metafora calcistica: “Abbiamo chiuso il primo tempo, ci sono ancora i supplementari e i calci di rigore. Ci siamo fatti due domande: se si può salvare e se è utile al Paese. La risposta è sì. Siamo la seconda manifattura d’Europa, il pericolo di non avere una dorsale siderurgica è reale. Stiamo comprando l’acciaio al minimo storico, interveniamo nell’Ilva perché pensiamo si possano fare soldi. Erdemir non è esclusa e anzi, possiamo attrarre altri soci”.

Anche qui, idee chiare e ottimismo, specie considerando la delicatezza di un settore così strategico e l’importanza di creare un polo nevralgico che attiri ulteriori capitali da investire.

Nonostante la perdita del gruppo di 859 milioni di euro subita nel 2015 a causa di Eni (perdita di 8,8 miliardi nell’esercizio 2015 per l’appunto), di cui Cdp possiede il 25,76%, Cdp spa registra un utile di 893 milioni di euro, trovando la soddisfazione del proprio Presidente, per il quale questo è “ciò che conta”.

Gli fa eco Gallia che, ammettendo le criticità, auspica comunque un progresso: “Nonostante lo scenario difficile, da un punto di vista economico e patrimoniale siamo sopra gli obiettivi del piano industriale. Prevediamo di chiudere il 2016 con un utile maggiore. Abbiamo un rapporto fra costi e ricavi (cost-income ratio) inferiore al 10%. E i ricavi sono ricorrenti: da quando siamo entrati non abbiamo venduto un solo titolo di Stato”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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