Mentre il mondo continua a preoccuparsi per il rallentamento della crescita economica, per le attuali situazioni geopolitiche, per la diffusione
Sempre nella sessione di giovedì, l’Asia estende il suo sell off nei titoli azionari, l’indice del dollaro si stabilizza in prossimità dei minimi delle ultime tre settimane e il greggio amplia le sue perdite. I rendimenti sui titoli del tesoro a 10 anni sono scesi sull’1,865%, il livello più basso dal maggio 2013. Lo S&P 500 ha cancellato mercoledì le perdite di quest’anno, mentre le azioni europee hanno perso il 3,2% per registrare la peggior perdita giornaliera degli ultimi 4 anni. Gli investitori sono stati spaventati dai deboli numeri riguardanti le vendite al dettaglio degli Stati Uniti, che nel mese di settembre hanno postato un forte calo. I prezzi della produzione subiscono il primo ribasso in più di un anno.
Nonostante i recenti guardagni e un quadro tecnico piuttosto florido, le preoccupazioni riguardanti una possibile ascesa del mercato aurifero restano in auge. Mercoledì, l’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, ha dichiarato che le sue partecipazioni hanno subito un calo dello 0,27% per attestarsi su quota 759,14 tonnellate.
Le preoccupazioni riguardanti un possibile rallentamento della crescita globale continuano a pesare sui metalli industriali che sono negoziati in prossimità dei recenti minimi. Il calo del dollaro statunitense supporta i metalli di base. Il rame guadagna 7 punti ma rimane comunque vicino ai minimi 2014, ovvero in prossimità dei 3.015$. Ricordiamo come il metallo rosso abbia recentemente postato un forte calo sul retro di un rallentamento della crescita globale, scenario che potrebbe ridurre ulteriormente la domanda del metallo industriale. I segni di un rallentamento della crescita statunitense e cinese spingono i prezzi del rame al ribasso postando i minimi settimanali. Ricordiamo come la suddetta mossa abbia preso piede a seguito del rilascio del rapporto relativo alle vendite al dettaglio degli Stati Uniti e a quello dell’attività manifatturiera nell’area di New York. Entrambi i rapporti, infatti, hanno mostrato numeri più deboli del previsto. Nel mese di agosto, la produzione industriale nell’Eurozona registra un calo dell’1.8%.