Questa mattina i prezzi del greggio si muovono leggermente in rialzo, il WTI torna al di sopra dei 50$ ed è negoziato a 50,23$ guadagnando 23 centesimi
Gli analisti di Goldman Sachs sono convinti che i prezzi del greggio si muoveranno ulteriormente in ribasso fino a quando l’arresto degli impianti non porterà ad un significativo calo della produzione. Il rapporto Goldman ha dichiarato quanto segue:
Mentre gli Stati Uniti [società di esplorazione e produzione] segnalano una maggior attenzione alla riduzione capex, al bilanciamento capex e al flusso di cassa, ci aspettiamo un ulteriore ribasso dei prezzi del greggio, necessario affinché la guida capex e il taglio degli impianti possano ridurre la crescita della produzione indicata dagli Stati Uniti: 1) ci aspettiamo che l’elevato livellamento diventi sempre più evidente, il che si traduce in una maggiore produzione per gli impianti situati nelle contee più efficienti 2) l’attuale riduzione degli impianti può invertirsi riportando una flessibilità dei tagli e riattivando gli impianti privi di contratto (a un costo inferiore e con copertura) e 3) l’arretrato aumento, ancora incompleto, mette in discussione la nostra stima relativa alla crescita ascendente della produzione che sembrava proiettata verso un rincaro dei prezzi nel 2016. Infine, un maggior costo di deflazione atteso dalla nostra società aumenta il rischio di una crescita della produzione inclinata verso l’alto per il capex/ il flusso cassa nel bilancio finanziario.
Stando a quanto riportato oggi dall’ Energy Information Administration, nel mese di aprile, la produzione di scisto statunitense dovrebbe registrare la crescita più lenta degli ultimi 4 anni, riportando un calo del 41% rispetto al mese di dicembre degli impianti di perforazione di greggio. Tale scenario dovrebbe coincidere con un rallentamento della produzione dettata anche dalla manutenzione ordinaria stagionale delle raffinerie portando così un po’ di sollievo al mercato petrolifero che, da giugno scorso, ha visto i suoi prezzi scendere di oltre il 50%. Il 27 febbraio, le società statunitensi avevano in stoccaggio 444.4 milioni di barili di greggio, i massimi settimanali dal 1982.
Nella sessione di ieri, i prezzi del Brent si muovono in ribasso sulla scia delle forti preoccupazioni che vedono la mossa della BCE implicare pressioni deflazionistiche, contrariamente, il WTI si muove in rialzo sulla scia dei rialzisti dati di stoccaggio, scenario che riduce il gap tra i due parametri di riferimento. Il prezzo del Brent diverge da quello del WTI. Lunedì il combustibile europeo rompe al di sotto dei 59$ al barile, poiché il promettente rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti ha spinto il dollaro statunitense fortemente in rialzo, compensando così le tensioni geopolitiche e la minaccia di un taglio delle esportazioni libiche e irachene.
Nel frattempo, i prezzi del gas naturale hanno incassato un duro colpo poiché le previsioni meteorologiche per gli Stati Uniti hanno annunciato l’arrivo di una stagione più calda riducendo così la domanda di cherosene. Matt Smith, analista delle materie prime presso la Schneider Electric ha dichiarato che i prezzi del gas naturale si sono mossi in ribasso “poiché nei prossimi 10 giorni, le temperature nella maggior parte degli Stati Uniti dovrebbero attestarsi al di sopra della media stagionale, scenario che riduce fortemente la domanda di cherosene”. Nella sessione asiatica il combustibile perde 13 punti ed è scambiato a 2,699$ mentre i trader hanno approfittato del brusco calo di lunedì per acquistare il prodotto a prezzi convenienti. Sulla borsa di New York, il gas naturale posta i minimi mensili in previsione di un aumento delle temperature climatiche, aumento che dovrebbe prende piede verso la fine del mese e che ridurrà inevitabilmente la domanda di cherosene. Stando a quanto dichiarato dal Commodity Meteo Group LLC di Bethesda, nel Maryland, dal 18 marzo le temperature nel Midwest dovrebbero attestarsi al di sopra della media stagionale mentre si prevedono valori nella norma per la parte nord orientale del paese. Le temperature minime a Chicago, previste per il 16 marzo, dovrebbero essere di 41 gradi Fahrenheit, ovvero 10 gradi al di sopra del normale.