Lunedì il mercato del greggio si muove in ribasso poiché il rally del dollaro statunitense grava sui mercati delle materie prime. Ricordiamo, inoltre,
Lunedì il mercato del greggio si muove in ribasso poiché il rally del dollaro statunitense grava sui mercati delle materie prime. Ricordiamo, inoltre, come la Goldman Sachs, influente società di Wall Street, abbia rivisto in ribasso le previsioni dei prezzi del greggio segnalando la possibilità di assistere ad un crescente eccesso dell’offerta. La Goldman Sachs ha anche mostrato come i prezzi del greggio possano raggiungere la maniglia dei 50$ entro la fine del decennio: lo scorso anno i prezzi del combustibile hanno postato un forte calo passando dai 100$ ad un minimo di 43,46$. A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come gli analisti e gli economisti abbiano costantemente cercato invano di trovare un fondo del mercato. Questa mattina il mercato del greggio è scambiato su una nota mista, il greggio WTI rimane praticamente invariato ed è negoziato a 60,24$ mentre il Brent posta un calo di 13 centesimi per attestarsi su quota 66,12$.
La scorsa settimana, dopo aver mostrato segni di debolezza, il Brent posta un rimbalzo mentre il greggio WTI mantiene le sue perdite poiché i trader e gli investitori hanno mostrato una forte perplessità di fronte alla possibilità di ampliare il rally dell’ultimo mese e mezzo nonostante il persistente eccesso delle scorte. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come, dalla fine di marzo, i prezzi del Brent del mare del Nord abbiano postato un rally di quasi il 20% e come i future del greggio statunitense abbiano registrato un rialzo di quasi il 30%. Tuttavia, gli inventari del greggio degli Stati Uniti rimangono in prossimità dei massimi degli ultimi 80 anni. Alcuni sostengono che il mercato sia sovraesteso e possa correggere, il rally del greggio si sarebbe infatti verificato su un mercato che, quasi ad un anno dall’inizio del sell-off che l’ha spinto lontano da quota 100$, continua ancora a mostrare un surplus di offerta.
Questa settimana, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha dichiarato che i principali produttori OPEC stanno pompando almeno 2 milioni di barili giornalieri in più di quanto richiesto. L’EIA ha mostrato come, in questo trimestre, le scorte mondiali di greggio siano aumentate di 1,9 milioni di barili giornalieri, incremento che potrebbe durare almeno fino al 2016. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come venerdì i dati relativi alla scorsa settimana abbiano mostrato un calo di solo 8 unità degli impianti di perforazione di greggio, registrando il numero più basso da dicembre. Ricordiamo infatti, come i dati precedenti abbiano mostrato un calo di decine di unità. La domanda di carburante negli Stati Uniti potrebbe postare un lieve rialzo, tuttavia, la produzione globale rimane comunque al di sopra del consumo reale. Gli analisti ritengono che, in assenza di un’improvvisa interruzione, l’eccesso delle scorte potrebbe perdurare a lungo.
Gli speculatori continuano a mostrare una certa sintonia con lo stress in Medio Oriente. Dopo cinque giorni di cessate il fuoco, scaduti domenica, ricominciano gli attacchi aerei della coalizione saudita contro le posizioni dei ribelli nello Yemen. Ricordiamo come combattimenti coinvolgano i ribelli sciiti Huthi e i lealisti del presidente esiliato Abedrabbo Mansour Hadi.
I combattenti dello Stato Islamico hanno sequestrato la città irachena di Ramadi in un mortale blitz di tre giorni, con l’effettiva perdita del capitale della grande provincia irachena, diventata la peggiore sconfitta militare di Baghdad da quando, lo scorso anno, è iniziata l’avanzata jihadista.
Questa mattina i trader del gas naturale hanno avviato un massiccio sell off poiché i prezzi del combustibile hanno postato il più grande ribasso dell’anno. Il gas naturale è scambiato a 3,014$, in ribasso rispetto ai 3,02$ di lunedì. Nella sessione statunitense i prezzi del combustibile cancellano le perdite di lunedì, postando i massimi degli ultimi tre mesi sulla scia dei rialzisti dati di stoccaggio rilasciati la scorsa settimana e di temperature metereologiche al di sopra della media stagionale, scenario che ha amplificato le prospettive della domanda.