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Potrebbe essere una giornata volatile per USD, EUR, GBP e JPY

Da
Barry Norman
Pubblicato: Oct 31, 2014, 19:37 GMT+00:00

Il dollaro Usa è lievitato per la terza sessione di fila in Asia, toccando quota 86,30 in un rally che non accenna ad arrestarsi. La banconota verde ha

Potrebbe essere una giornata volatile per USD, EUR, GBP e JPY

Il dollaro Usa è lievitato per la terza sessione di fila in Asia, toccando quota 86,30 in un rally che non accenna ad arrestarsi. La banconota verde ha appena toccato il massimo delle ultime 3 settimane contro le sue principali controparti valutarie grazie a un’economia Usa che nel terzo trimestre è cresciuta oltre le attese e alla decisione di mercoledì della Fed di concludere il proprio programma di acquisto asset. Gli ottimi dati economici stampati dal Pil Usa hanno lanciato il rally del dollaro che non si è arrestato neppure nella giornata di ieri: l’espansione dell’economia statunitense ha toccato il +3,5% su base annua nel corso del terzo trimestre, dopo aver stampato un +4,6% nel trimestre precedente. La previsione media di 87 economisti intervistati da Bloomberg puntava invece a una crescita del +3%. La reazione del mercato alla decisione Fed di mercoledì e le ultime notizie macroeconomiche statunitensi hanno spostato l’attenzione degli investitori dalla fine del quantitative easing alle prossime mosse di politica monetaria dell’istituto centrale americano.

Conclusa la riunione Fomc e rilasciati gli ultimi dati statunitensi, I riflettori sono ora sulla Banca del Giappone, che rivelerà le sue ultime line guida nel corso della giornata assieme a un rapporto di metà anno. L’istituto dovrebbe mantenere in piedi il suo gargantuesco programma di stimoli così come la convinzione che saprà riportare l’inflazione nipponica al 2% entro il prossimo anno: quest’ultimo fatto induce però a pensare che le autorità monetarie giapponesi potrebbero decidere di iniettare nuovi stimoli nell’economia del paese. Stamattina una serie di dati piuttosto insoddisfacenti hanno rivelato che l’inflazione è rimasta all’1% e dunque ben lontana dall’obiettivo del 2%; lo yen è frattanto caduto a 109,37.

Assieme al Giappone i riflettori colpiranno anche l’Eurozona, con le sue difficoltà economiche crescenti finite in secondo piano dagli stress test bancari della Bce e dalla riunione Fomc. Tutte le attenzioni saranno così per la lettura dell’indice dei prezzi al consumo dopo che ieri l’inflazione tedesca per il mese di ottobre è rallentata inaspettatamente al pari dei prezzi al consumo spagnoli; tutto ciò lascia pensare che l’Eurozona è a rischio di sprofondare nella deflazione. L’euro è frattanto scambiato a 1,2603 mentre le ultime previsioni puntano a una sua caduta al livello di prezzo di 1,25. Secondo gli economisti intervistati da Bloomberg, i prezzi al consumo dell’Eurozona stamperanno a ottobre un +0,4% (dato annualizzato). Fino a questo momento gli stimoli della Bce hanno determinato un deprezzamento dell’euro sul dollaro pari a circa l’8,2% del suo valore originario, mentre già si punta a battere il record del 2005 quando la divisa comune perse circa il 13%. Secondo Peter Dragicevich della Commonwealth Bank of Australia, nel terzo trimestre 2015 l’euro arriverà a toccare quota 1,20. Il pericolo deflazione e una stagnazione economica prolungata per l’Eurozona sono stati alimentati dai dati economici di ieri, che hanno rivelato un’inaspettata caduta dell’inflazione in Germania. Secondo le statistiche ufficiali, la crescita dei prezzi su base mensile è stata del -0,3% fra settembre e ottobre dopo che fra agosto e settembre era stata del -0,1%. A ottobre l’inflazione su base annua si mantiene comunque ancora al di sopra dello zero con un +0,7%, benché in flessione rispetto al dato di settembre (+0,8%). La deflazione è così diventata più che un’eventualità per le economie martoriate dell’Eurozona, mentre gli economisti temono che il blocco monetario finisca per sperimentare quanto già accaduto in Giappone nell’ultimo decennio.

La sterlina britannica si è mossa senza particolari scossoni mentre venivano pubblicati i dati di Stati Uniti, Europa e Giappone: al momento è prossima al livello di prezzo di 1,60 attestandosi a 1,5990 e in particolare dopo gli ultimi (e insoddisfacenti) dati sull’andamento del mercato immobiliare. La Banca d’Inghilterra ha comunque affermato che aspetterà di raccogliere maggiori indizi circa la pressone rialzista dei prezzi nel settore prima di procedere a un rialzo dei tassi.

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