Pubblicita'
Pubblicita'

Per i Trader del Petrolio una Corsa Sfrenata sulle Montagne Russe

Da
Barry Norman
Pubblicato: Feb 20, 2015, 20:12 GMT+00:00

Nella giornata di scambi di giovedì il mercato del petrolio greggio sembra più che altro una corsa sulle montagne russe: il prezzo del combustibile prima

Per i Trader del Petrolio una Corsa Sfrenata sulle Montagne Russe

Nella giornata di scambi di giovedì il mercato del petrolio greggio sembra più che altro una corsa sulle montagne russe: il prezzo del combustibile prima tocca i massimi del 2015 per poi stampare i nuovi minimi e recuperare terreno con impeto ancora maggiore. Venerdì mattina il WTI si attesta a 52,33, guadagnando 49 centesimi, mentre il Brent ne strappa 58 tornando di nuovo sopra quota 60$, a 60,64. A spingere il greggio in rialzo sono i ribassi del dollaro e i tagli alla spesa del settore, che contribuiscono a controbilanciare i timori legati all’eccesso di offerta. Secondo i dati dell’Agenzia di Informazione sull’Energia, negli USA le riserve di petrolio greggio registrerebbero un incremento per la quinta settimana consecutiva, raggiungendo i massimi degli ultimi trent’anni.

L’aumento delle scorte negli USA in larga parte è responsabile dell’eccesso di offerta a livello globale che lo scorso anno ha spinto i future in ribasso di quasi il 50%. Secondo i dati della EIA, divisione statistica del Dipartimento dell’Energia USA, la scorsa settimana le riserve di petrolio greggio sarebbero cresciute di 4,87 milioni di barili, attestandosi a 417,9 milioni, i massimi da quando nell’agosto 1932 sono iniziate le registrazioni settimanali. La volatilità sui mercati del petrolio ha raggiunto i massimi livelli dall’inizio della crisi finanziaria, con i prezzi che questo mese – dopo il crollo di quasi il sessanta percento avvenuto nei mesi che vanno da giugno a gennaio – hanno oscillato all’interno di un ampio range. Secondo il Ministro del Petrolio saudita Alì Al Naimi, la domanda starebbe invece aumentando e alcuni segnali lasciano intendere che i prezzi si stiano stabilizzando.

Il ministro arabo hai incontrato a Riyadh Victor Zubkov, presidente del gigante del settore energetico Gasprom, società russa a controllo statale, per confrontarsi su una possibile collaborazione fra produttori di petrolio membri dell’Opec e non. Secondo la divisione statistica del Dipartimento dell’Energia, la produzione sarebbe aumentata di 49.000 barili al giorno toccando i 9,23 milioni giornalieri. Si tratta del livello più alto riscontrato nei dati settimanali che vengono registrati dal gennaio 1983. Lo scorso novembre l’Arabia Saudita ha guidato l’Opec nella decisione di mantenere i livelli di produzione a quota 30 milioni di barili al giorno.

Il greggio ha sperimentato una forte volatilità: i dati sulle riserve raccolti dall’agenzia privata API registrano un aumento enorme di circa 15 milioni di barili di greggio. Al NYMEX, dopo essere rimbalzato dai minimi attorno ai 49$ il barile, il prezzo del petrolio è rimasto su terreno negativo per gran parte della giornata di scambi, chiudendo infine in ribasso del 2%, a quota 51,15$. Seguendo i segnali dal mercato, DoE ha registrato nella scorsa settimana un aumento delle scorte di petrolio greggio di 7,7 milioni di barili per un nuovo record a quota 425,6 milioni di barili.

I mercati nel settore energetico questa mattina hanno guadagnato terreno interrompendo un ribasso che durava da due giorni, sostenuto dalle aspettative secondo le quali il conteggio delle piattaforme petrolifere negli USA atteso in giornata indicherà ancora una contrazione, un chiaro segnale della pressione che il crollo dei prezzi esercita sui produttori di petrolio. Il sondaggio di Baker Hughes della scorsa settimana indica una contrazione delle piattaforme di petrolio ai minimi dall’agosto 2011, sebbene i dati governativi indichino una produzione di petrolio negli USA a quota 9,2 milioni di barili al giorno, la più alta dal 1973. I risultati dell’ultimo conteggio dei pozzi di petrolio sono attesi alle 6.00 del pomeriggio orario GMT.

A inizio settimana il mercato a trovato supporto nelle rinnova timori a livello geopolitico, dopo che lo Stato Islamico ha dichiarato di aver preso possesso di un avamposto in Libia, minacciando di usarlo per attaccare l’Europa.

Sull'Autore

Pubblicita'