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Oro Stabile a 1200$

Da
Barry Norman
Aggiornato: Dec 9, 2014, 14:59 GMT+00:00

La carente pressione inflazionistica e un dollaro statunitense in continua ascesa tengono il mercato aurifero sotto controllo. Dopo aver perso un paio di

Oro Stabile a 1200$

Oro Stabile a 1200$
La carente pressione inflazionistica e un dollaro statunitense in continua ascesa tengono il mercato aurifero sotto controllo. Dopo aver perso un paio di dollari nella sessione precedente, martedì il metallo giallo si muove al rialzo tornando in prossimità dei 1200$. Ricordiamo come negli ultimi giorni  l’attenzione dei trader era  principalmente rivolta  al rilascio del rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi, dati relativi al mese di novembre, e alla riunione di due giorni della Federal Reserve, riunione che aveva come oggetto principale l’impostazione politica dell’istituto di credito. Il mercato attende un segnale che mostri come la Federal Reserve sia intenzionata ad aumentare i tassi di interesse, fermi da giugno 2006.

Gli elevati tassi statunitensi rendono il dollaro particolarmente attraente per gli investitori poiché incrementa i rendimenti delle attività denominate in valuta. Ricordiamo come nella sessione di lunedì il metallo giallo abbia guadagnato più dell’1% sul retro di un a forte pressione d’acquisto esercitata nel tardo pomeriggio, quando il prezioso ha rotto al di sopra dei 1200$ sul retro di un dollaro debole, dollaro che ha postato il più grande calo degli ultimi cinque anni.

I future dell’oro si muovono al rialzo sul retro dei segnali di rallentamento della crescita globale e delle preoccupazioni che vedono le banche centrali di tutto il mondo rispondere ad un simile scenario con forti misure di stimolo capaci di spingere le valute al ribasso. I deludenti dati economici, che vedono numeri più deboli del previsto nel commercio cinese e una forte recessione in Giappone, hanno fatto rinascere l’interesse nel prezioso, da sempre considerato come un porto sicuro in tempi difficili.

Gli analisti sostengono che l’oro sia “stato catturato” dai competitivi numeri statunitensi che sono di gran lunga superiori al resto de mondo. La forte crescita economica degli Stati Uniti e il netto miglioramento del tasso di occupazione all’interno del paese potrebbero supportare un incremento dei tassi d’interesse già nel 2015, mentre le altre economie stanno valutando la possibilità di ampliare i propri stimoli al fine di contrastare i deboli dati economici. Per quanto riguarda gli altri metalli preziosi, l’argento si muove al rialzo guadagnando 54 punti per attestarsi su quota 16.328$, ben al di sotto della sua media 2014, il platino perde 4,70$ ed è scambiato a 1229.80$.

Lunedì i prezzi dei metalli di base sul London Metal Exchange perdono fino all’1,4%. L’alluminio posta il maggior calo, mentre il piombo perde lo 0,2%. Lo stagno va controtendenza postando un incremento dell’1.3% e il rame amplia le sue perdite sul retro dei deboli numeri cinesi, il suo più grande consumatore mondiale. Il metallo rosso è scambiato a 2.879$, in prossimità dei minimi pluriennali. Ricordiamo come nel mese di novembre il valore delle importazioni cinesi sia diminuito insieme al prezzo del greggio e come la crescita delle esportazioni sia rallentata sul retro di un indebolimento della domanda globale. I dati economici rilasciati dalla Cina hanno mostrato come, nel mese di novembre, le esportazioni siano aumentate meno del previsto e come le importazioni siano inaspettatamente diminuite spingendo il surplus commerciale a un record di 54.47 miliardi di dollari statunitensi. I dati giapponesi, invece, hanno mostrato come, nel terzo trimestre la crescita economica del paese abbia postato un calo dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Gli analisti avevano previsto un calo dello 0,4%. La Cina, il più grande consumatore mondiale di rame, tende a dettare il prezzo del metallo, infatti, quando l’economia del paese mostra segni di rallentamento, i prezzi del rame stampano una parabola discendente. Detto questo, la Germania è la più forte economia dell’eurozona e sembra essere intenzionata a “gareggiare” con gli Stati Uniti per “accalappiarsi il titolo” di secondo consumatore mondiale di rame. A fronte di ciò, presteremo particolare attenzione ad ogni incertezza economica mostrata dal paese.

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