Dopo il crollo della scorsa settimana l’oro, sostenuto dagli acquisti di materie prima a basso costo, guadagna leggermente terreno nel corso della
Venerdì, infatti, in seguito alla pubblicazione dei dati Usa per il mese di maggio che indicano la netta accelerazione della crescita occupazionale e un aumento dei salari, il metallo giallo è sceso a quota 1162,35$, ai minimi dal 19 marzo. Il mese scorso le buste paga del settore non agricolo sono aumentate di 280.000 unità, il più forte incremento dal mese di dicembre.
Il rapporto, che segnala una ripresa di slancio dell’economia USA, ha alimentato le aspettative di un incremento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a partire dal mese di settembre, provocando un rally del dollaro contro lo yen, ai massimi degli ultimi 13 anni.
L’oro ha ceduto il 9,8% rispetto ai prezzi massimi di chiusura toccati nel mese di gennaio. In seguito alla pubblicazione dei migliori dati sull’occupazione Usa degli ultimi cinque mesi, le probabilità che la Federal Reserve viri verso una politica monetaria restrittiva già dal mese di settembre sono salite dal 27% al 33%. Secondo William Dudley, presidente della banca centrale di New York, i dati indicano che la banca centrale si sta avvicinando all’obiettivo di piena occupazione.
Per quanto riguarda gli altri metalli, lunedì mattina i prezzi si muovono in ribasso mentre continua il rally del dollaro USA, che guadagna otto punti per attestarsi a 96,46. Il rame rimane pressoché invariato a quota 2,698, vicino ai minimi di breve termine. I dati deludenti sulla bilancia commerciale cinese di questa mattina hanno pesato sul metallo, ma speranza di imminenti misure di stimolo economico ha controbilanciato in positivo. In base a una ricerca di venerdì svolta dalla ANZ Banking Group, a pesare sui mercati di metalli sarebbero il rialzo del dollaro USA e i rinnovati timori sulla domanda.
“A guidare il ribasso è stato il rame, con una pesante ondata di vendite in chiusura di sessione dopo la rottura di alcuni livelli tecnici” si sostiene in una nota “nonostante altre notizie positive dall’Europa e dagli Stati Uniti. Gli investitori sono ora in attesa di ulteriori misure di stimolo da parte del governo cinese, per poi aprire posizioni rialziste puntando su un aumento di consumo di metallo”.
In Cina il picco di domanda stagionale di rame dovrebbe essere oramai alle nostre spalle, dato che numerose industrie stanno rallentando la produzione in vista dell’estate (Reuters). “Per il rame, così come per i minerali ferrosi, si prevede un rallentamento della domanda nel corso dell’estate. Non prevediamo discostamenti significativi rispetto agli attuali livelli” sostiene l’analista Lachlan Shaw della UBS di Melbourne.