I futures sul petrolio greggio per il mese di gennaio si muovono ancora al ribasso e giovedì il petrolio Brent ha toccato il minimo degli ultimi quattro
I futures sul petrolio greggio per il mese di gennaio si muovono ancora al ribasso e giovedì il petrolio Brent ha toccato il minimo degli ultimi quattro anni, al di sotto degli $ 80 al barile, nonostante la pubblicazione di un rapporto settimanale sulle scorte dell’Agenzia per le Informazioni sull’Energia piuttosto positivo. Il rapporto indica nella settimana compresa fra il primo e il 7 novembre una contrazione pari a 1,7 milioni di barili. I trader prevedevano un incremento di 0,7 milioni di barili. Le riserve totali di petrolio greggio ammontano ora a 378,5 milioni di barili.
L’Opec si riunisce il 27 novembre per decidere la linea di condotta sulla produzione di petrolio e su come contrastare la caduta del 30% dei prezzi dallo scorso giugno. Sebbene l’Arabia Saudita abbia tagliato i prezzi ai clienti USA, alcuni membri dell’Opec stanno considerando un taglio della produzione.
Sebbene le notizie con effetto ribassista si stiano ormai accumulando, le condizioni di iper venduto tecnico e la possibilità di un taglio della produzione quando i prezzi raggiungessero livelli di breakeven potrebbero produrre un livello di fondo di breve termine.
I prezzi del Comex Gold per il mese di dicembre continuano la fase di consolidamento all’interno del range del 7 novembre, compreso fra $ 1130,40 e $ 1179,00. Il punto centrale del range $ 1154,70 sembra agire come supporto. Osservando l’andamento dei prezzi, il mercato potrebbe aver raggiunto un livello di fondo la scorsa settimana, ma i trader attendono qualcosa capace di attrarre un numero sufficiente di compratori per portare i trader di fondi short fuori dal mercato e inneschi la prossima rottura al rialzo.
Uno dei fattori che i trader tendono maggiormente sotto osservazione è la direzione del dollaro USA. Se l’attività economica continua a rimanere debole, e la Fed continuerà a ritardare l’aumento dei tassi di interesse, allora il dollaro potrebbe indebolirsi e l’oro registrare un rally. Anche un ondata di vendite sui mercati azionari potrebbe offrire un supporto aL prezzi dell’oro.
Giovedì anche la coppia GBP/USD è stata tenuta sotto pressione. I trader short continuano entrare mentre quelli con posizioni long continuano a uscire dopo l’avviso da parte della Banca d’Inghilterra che l’inflazione potrebbero scendere al di sotto dell’1%. La notizia, diffusa mercoledì, probabilmente significa che l’aumento dei tassi di interesse è stato posticipato alla fine del 2015.
La coppia EUR/USD continua la fase di consolidamento. Sebbene i fondamentali di lungo termine rimangano ribassisti a causa della minaccia di ulteriori misure di stimolo da parte della Banca Centrale Europea, il dato sull’inflazione invariato dello scorso mese e le incertezze riguardo alla politica sui tassi di interesse da parte della Fed hanno spinto gli investitori in euro ad alleggerire le posizioni short mentre sono in attesa di ulteriori indizi da parte della BCE o della Fed.
Questa settimana la volatilità del mercato è stata piuttosto leggera, comunque l’azione di prezzo potrebbe riaccendersi venerdì, in scia agli ultimi dati flash sul Pil e i dati definitivi sull’indice dei prezzi al consumo per l’eurozona.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.