Dalla Grande Mela si torna a parlare del Bel Paese. Secondo gli analisti di Moody’s la finanza tricolore rischia ulteriore sconvolgimento a causa della
Dalla Grande Mela si torna a parlare del Bel Paese.
Secondo gli analisti di Moody’s la finanza tricolore rischia ulteriore sconvolgimento a causa della possibile vittoria del no al quesito referendario ormai alle porte.
Il che, com’è noto, porterebbe alle dimissioni dell’attuale premier, Matteo Renzi, il cui proclamato impegno nel combattere gli npl andrebbe perduto.
Per Moody’s il rischio di maggiore stravolgimenti è corso da Mps, oltre alle solite pecore nere in materia di sofferenze, quindi Banca Carige, Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
È opportuno riportare quanto detto al riguardo da Carlo Gori, vice presidente di Moody’s e analista senior di Emea Banking, divisione del colosso di rating d’oltreoceano: “Ci aspettiamo che la fiducia degli investitori venga colpita e per le banche che hanno necessità di capitale ci sarebbe un rischio, ma non tutte le banche hanno necessità immediate”.
Come anticipato sopra, per Gori “ci sono quattro banche che sono un po’ più deboli: Banca Monte dei Paschi, Banca Carige, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che prima delle altre dovrebbero ridurre i crediti deteriorati ricorrendo al mercato e questo dipende dalla fiducia degli investitori”.
Fiducia degli investitori che si troverebbe ampiamente indebolita nel caso di uscita di scena del Presidente del Consiglio, uomo vicino al mondo finanziario visto come una sorta di garanzia da banche e fondi.
Sulla situazione di Rocca Salimbeni è intervenuto Edoardo Caliandro, assistant vice president e analyst di Emea banking, per il quale la maggiore volatilità del mercato in reazione di un possibile no potrebbe gravare in maniera più massiva sull’istituto senese, giustificando così il rating sotto revisione con direzione incerta.
Specificamente sul referendum, Caliandro ha aggiunto che “Il risultato del referendum è un ulteriore punto di analisi all’interno di una situazione più complessa”, costituendo un elemento di possibile rottura ma di cui è difficile delineare un quadro preciso in relazione al mercato.
Ottimista sul consolidamento bancario di lungo termine in Italia, Caliandro non esclude colpi di scena nel rating.
Sull’integrazione tra Banco popolare e Bpm, l’analyst di Emea rassicura il pubblico: “vediamo la fusione positivamente e per questo abbiamo i rating delle due banche sotto esame per un upgrade”.
Per Moody’s vi saranno conseguenze positive nel medio termine appena conclusa l’operazione, senza sottovalutare che i due istituti stiano già contribuendo da soli allo smaltimento dei crediti deteriorati.
Chiosa finale sulle tempistiche necessarie al disimpegno degli npl: “Ci vorranno molti anni, con alcune banche che per compensare dovrebbero fare utili, ma le banche italiane, come altre europee, stanno soffrendo a livello di redditività; nel giro di poco tempo potrebbero compensare le perdite legate alla riduzione dei crediti problematici, come Intesa Sanpaolo e Credem”.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.